“Avevo bisogno di urlarlo a qualcuno sperando che i giovani sentano”. Comincia così uno dei tanti sfoghi che giornalmente c’arriva in posta da una ragazza, una dei molti cittadini che deve rimanere chiusa in casa in questi giorni. “Fino a dicembre era una 35enne che lavorava – ci racconta-, allenava la sua squadra di pallavolo.Una come tante, poi uno strappo al polpaccio,va be’ capita… Da lì in poi trombosi venosa e embolia ad entrambe i polmoni”. Così parte la corsa in ospedale “in un reparto pieno di persone più anziane, che di giorno in giorno cambiavano, perché ahimé non c’è la facevano”.
“Dopo 20 giorni torno a casa, ma non posso uscire – continua-, anche un raffreddore potrebbe essere pericoloso per me. Conto il tempo che manca, siamo quasi arrivati alla fine – continua- , potrò fare riabilitazione e riprendere n mano la mia vita,ma arriva l emergenza del coronavirus. Se già tutti devono stare a casa, immaginate me. Tra un libro, una serie TV, come tutti i giovani, guardo i social… E vedo pseudo influencer e giovani che sfidano il mondo, sfidano il virus perché sono giovani, e chissenefrega”.
“E intanto io come milioni di persone siamo costrette a stare in casa, con magari un genitore che ha il cancro, e l’altro che avrebbe bisogno del tuo aiuto – questo lo sfogo-.,ma lo vedi arrivare a casa tua , al di là della porta con guanti e mascherina per portarti la spesa. E ripensi a quei ragazzi che se ne fregano… Be’ sarò cattiva, è vero, ma vorrei vederli li a stringere la mano alle persone che stanno morendo da sole, tanto loro sono più forti, loro sono immuni….”
“Giovani di tutte le età – conclude-, io pensavo che uno strappo fosse solo uno strappo, e ho rischiato la vita…. eppure sono giovane, vivo tra palestra e piscina… .Figuratevi cosa può fare questo mostro tremendo che è il virus…. Giovani o non giovani, non guarda in faccia nessuno, non dico che dovete avere paura… Ma rispetto si!!! Una ragazza costretta ad un “ottantena”, che verrà prolungata probabilmente anche per colpa vostra!”.