Tutte le fabbriche e gli studi professionali del Paese saranno chiusi. Il premier Conte lo ha concordato con imprenditori e sindacati, estendendo a tutta la nazione le misure adottate oggi per la Lombardia. E’quanto prevede il nuovo Dpcm che il premier ha presentato stanotte. Le organizzazioni sindacali avevano infatti chiesto al governo di chiudere tutte le attività industriali non strategiche e i servizi non essenziali su tutto il territorio nazionale per provare ad arginare l’epidemia.
“Le chiediamo di valutare la possibile necessità di misure ancor più rigorose di sospensione delle attività non essenziali in questa fase per il nostro Paese”. Così recita la lettera che Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, segretari generali rispettivamente di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato a presidente del Consiglio Giuseppe Conte
“Ho scelto di rendervi partecipi della sfida più difficile che stiamo vivendo dal secondo dopoguerra – così inizia il discorso del premier-., La morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova. Questi decessi per noi non sono numeri ma persone e storie di famiglie che perdono gli affetti più cari. Le misure adottate fin’ora avranno effetti solo con il passare del. Sono misure severe: dovere rimanere a casa non è facile ma non ci sono alternative. Dobbiamo resistere e tutelare e tutelarci”
“Il nostro sacrificio è minimo rispetto ai medici, agli infermieri, alle forze dell’orsine, alla protezione civile, ai commessi, ai farmacisti – continua-. Donne e uomini ch ogni giorno compiono un atto di amore nei confronti dell’Italia intera. Oggi compiano un altro passo: chiudiamo ogni attività produttiva non strettamente necessaria, cruciale e indispensabile a garantire beni necessari. Rimangono aperti i supermercati, gli alimentari e i negozi di generi di prima necessità( Conte fa sapere che non ci sono restrizioni nei giorni di paertura e ha invitato alla calma), saranno aperte farmacie, servizi bancari, postali, assicurativi, finanziari”
“Al di fuori delle attività considerate essenziali consentiremo solo lavoro smart working – conclude-. Non è una decisione facile ma si rende necessaria per contenere la diffusione dell’epidemia. Ora proteggiamo la vita e tutte le rinunce che facciamo ora serviranno a darci la rincorsa quando usciremo da questa situazione”.