“Adesso possono avverarsi due scenari: alcuni ospedali della provincia aprono i posti letto per pazienti covid oppure gli stessi presidi ci aiutano prendendo pazienti negativizzati. L’ultima è una cosa che già avviene, ma che dovrà avvenire in misura maggiore”. Bruno Frediani, direttore del dipartimento di Scienze Mediche e anche responsabile area medico-chirurgica della covid unit al policlinico Le Scotte di Siena, cerca di spiegare cosa potrebbe accadere dopo che l’ospedale avrà raggiunto il limite dei pazienti ricoverati per coronavirus. “Nelle prossime ore gli accessi dovrebbero essere ancora superiori alle dimissioni – continua-. Se non fossero aperti letti covid in altri presidi del territorio, potremmo chiedere un aiuto a professionisti di altri nosocomi”. I numeri della pandemia alle Scotte sono chiari: 145 pazienti, di cui 22 in terapia intensiva e 45 in media intensità. Questo è riportato nel bollettino di ieri, martedì 6aprile. Potranno essere occupati solamente altri quindici posti, dopo ciò l’area covid raggiungerà la saturazione. “Se si tiene conto del fatto che abbiamo registrato 30 ingressi, da sabato 3 aprile fino a lunedì 5, penso che tra domani o il giorno dopo(mercoledì 7 e giovedì 8 ndr.), raggiungeremo 160 letti occupati”, questo l’allarme che il responsabile dell’area medico-chirurgica della covid unit dell’Aou senese lancia. “Stiamo percorrendo la situazione dell’anno scorso, ma con il triplo dei pazienti- prosegue Frediani-. Ad aprile 2020 ci fu una stabilizzazione dei ricoveri e poi una decrescita a maggio. Questo fu dovuto al lockdown, ma ora c’è più circolazione di persone”. Per il professore “il virus sembra avere una sua stagionalità, ecco perché dobbiamo affrontarlo con misure più forti nel momento in cui è più forte”, infine “è mancato l’impatto dei vaccini sia in Italia che in Europa”.