Tutti i ristoratori sono uguali o almeno dovrebbero esserlo. E’ questo il grido di dolore degli imprenditori che hanno portato le loro difficoltà e loro richieste nella lettera inviata al sindaco di Siena Luigi De Mossi .“La mancanza di aiuti economici concreta, unita alla totale assenza di turismo, produrrà un effetto domino a caduta che si rifletterà non solo sulle nostre aziende ma di conseguenza, sulle nostre famiglie, i dipendenti e l’intera Città!”.
Questo l’allarme lanciato dall’associazione al primo cittadino e scritto in una nota che contiene, come richiesta principale, l’apertura di un tavolo di confronto tra esercenti e amministrazione comunale con la discussione di alcuni temi cari ai ristoratori come misure economiche compensative per chi non ha avuto- o ha avuto in misura minore- la concessione del suolo pubblico oppure orari di pedonalizzazione comuni in tutta Siena , “ riteniamo che consentire misure del genere solo in alcune zone crei disparità – sostengono i membri di Rispetto ”.
Ancora una volta poi viene affrontato l’argomento di Vivi Fortezza, che per i ristoratori ha nelle attività di Food and Beverage il proprio core business, “non abbiamo bisogno di ulteriore concorrenza – affermano i commercianti”. A De Mossi vengono poi chiesti un fondo di sostegno delle aziende e l’annullamento totale della Tari per il 2020.
Tra le misure della ripartenza che si leggono nel documento è già stata soddisfatta quella del punto 6 cioè la riapertura dei musei, “ma adesso deve esserci un’organizzazione capillare per far si che i turisti scelgano Siena e la Toscana”, scrive l’associazione suggerendo poi sconti nei biglietti per il complesso monumentale del Duomo fino al 31 ottobre.
Il capitolo finale riguarda le contrade: con le 17 consorelle i ristoratori cercano collaborazione” di farsi promotori di eventi culturali e gastronomici per rivitalizzare le vie del centro e la periferia”.
Marco Crimi