Le associazioni di volontariato della provincia senese sono sempre più spesso costrette a ricorrere all’autofinanziamento per poter sopravvivere. Questo è il dato che emerge da un recente studio presentato da Cesvot, dal titolo ‘Oltre la crisi. Identità e bisogni del volontariato in Toscana’, che ha visto anche la partecipazione del sociologo Andrea Salvini.
La crisi del volontariato, dunque, sembra essere una conseguenza di quella che ha recentemente colpito l’economia occidentale e che tutt’oggi alcuni Paesi, fra cui l’Italia, faticano a superare. Per quanto riguarda la zona della nostra provincia, si può ben dire che la causa principale della sofferenza delle associazioni sia stata la drastica riduzione dell’erogazione dei contributi da parte della Fondazione Monte dei Paschi. Oggi gran parte delle 352 associazioni presenti sul territorio della provincia di Siena incontrano sempre maggiori difficoltà nel far fronte al notevole numero di richieste della popolazione. Oltre la metà fanno parte del settore sanitario e sociale: si tratta, quindi, di servizi che rivestono una particolare importanza all’interno della comunità. Questo tipo di associazioni sono solitamente di medie dimensioni, potendo contare su un numero anche piuttosto consistente di iscritti. Più ristretto invece, il numero dei cittadini coinvolti nelle attività di tipo culturale.
A causa della particolare situazione economica contingente, una consistente parte delle entrate per le organizzazioni di volontariato è rappresentata dall’autofinanziamento. Ben il 57,2% delle associazioni vi ricorrono, organizzando cene ed eventi di vario tipo, allo scopo di procurarsi mezzi finanziari in misura sufficiente alla prosecuzione della propria attività. Il 43,4%, invece, può vantare almeno una convenzione con un ente pubblico. Un altro dato significativo è quello che mostra come oltre la metà degli enti di volontariato siano stati costituiti prima del 1994: si tratta del chiaro sintomo di come, negli ultimi due decenni, il numero di persone disposte ad impegnarsi nella costituzione e nella gestione di una associazione di volontariato siano andati a diminuire. Per quanto riguarda la sede associativa, centro decisionale e fulcro di ogni attività, ben il 63,5% delle associazioni usufruisce di una sede in comodato d’uso. Esiguo, quindi, il numero delle organizzazioni che possono permettersi il pagamento di un canone mensile per l’affitto di un immobile o che, addirittura, ne possiedono uno.
“Questa ricerca ha offerto importanti spunti di riflessione per permettere a Cesvot di programmare nuove azioni in grado di soddisfare in maniera più efficace i bisogni delle associazioni di volontariato della nostra Regione”, spiega Viro Pacconi, presidente delegazione Cesvot Siena. “Inoltre – prosegue – in seguito alla realizzazione della ricerca, abbiamo costituito all’interno della nostra delegazione un gruppo di lavoro per approfondire alcuni aspetti emersi nello studio e legati al territorio della provincia di Siena. In particolare, cercheremo di rispondere ad una delle esigenze maggiormente riscontrate e cioè quella di provare a creare delle reti fra le associazioni che operano nello stesso settore”.
Nonostante le difficoltà, da Palazzo Pubblico trapela cauto ottimismo: “Non credo che il problema della mancanza dei fondi possa mettere a rischio il mondo dell’associazionismo, che si basa sulla cultura della partecipazione e dell’inclusione, elementi imprescindibili che non vengono meno nonostante la fase di crisi”, ha spiegato Anna Ferretti, assessore al Welfare del Comune di Siena.
Giulio Mecattini