“Tornare a casa e dirlo è stato traumatico. È stato difficile spiegare alla mia famiglia cosa era successo. È una situazione che ti rovescia la vita, ti mette tutto in discussione: lavoro, futuro, sicurezza”.
È con queste parole che Fabio Giomi racconta il momento in cui ha dovuto spiegare ai suoi cari di essere stato licenziato in tronco da Pam Panorama dopo un test “a sorpresa” in cassa. Una frase che restituisce meglio di ogni altra il peso umano di questa vicenda.
Giomi lavorava come cassiere dal 2012. Una vita dietro al nastro, tra clienti, turni, responsabilità. Ma tutto si è incrinato il giorno in cui un ispettore si è presentato alla sua postazione fingendosi un normale cliente. Solo dopo ha rivelato che si trattava di un test: articoli nascosti dentro una cassa di birra, infilati in una fessura laterale.
“Io non potevo vederli, nessuno può immaginare qualcosa del genere”, racconta. E invece quello sarebbe bastato per una contestazione e poi per il licenziamento.
Un colpo più difficile da accettare perché, spiega, “quel test l’avevo già fatto mesi prima ed era andato tutto bene. Non capivo perché si dovesse ripetere, e proprio a me. Mi sono sentito preso di mira”.
Quel giorno, uscito dal negozio quasi senza salutare, Giomi l’ha vissuto in uno stato di shock: “Avevo bisogno di capire. Mi sono chiuso nei miei pensieri, cercando una spiegazione”.
La più difficile, però, è stata la sera, quando ha dovuto guardare negli occhi sua moglie e raccontare tutto: “Non è facile dire a chi ami che da un momento all’altro hai perso il lavoro. Ti senti crollare il terreno sotto i piedi”.
Oggi spera di essere reintegrato, affidandosi alle azioni sindacali in corso. Il suo desiderio è semplice: “Vorrei solo tornare a fare il mio lavoro di cassiere”.