La società toscana sta cambiando ed anche i sistemi sanitari e il welfare pubblico devono fare i conti con questi mutamenti, demografici anzitutto, e con i nuovi bisogni che ne scaturiscono. Una società con sempre meno giovani e più anziani, che invecchia in modo più accentuato rispetto al resto d’Italia, dove da tempo i nuovi nati sono meno dei morti e che da qualche anno neppure l’arrivo di migranti dall’esterno riesce a compensare (anche perché l’Italia, e dunque pure la Toscana, si è fatta nel tempo meno attrattiva e gli stranieri in arrivo si sono ridotti).
La fotografia sullo stato di salute nel 2022 dei toscani e su come i sistemi sanitari si stanno organizzando arriva dalla presentazione annuale dei volumi “Welfare e salute”, curati da Ars, l’agenzia regionale per la sanità, assieme al Mes della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, l’Osservatorio sociale regionale, la Regione stessa, l’Istituto degli Innocenti ed Anci Toscana, ovvero l’associazione dei Comuni. Il rapporto annuale dal 2017 costituisce infatti una lettura integrata che utilizza i dati a disposizione di più enti e strutture di ricerca. L’evento si è svolto a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della presidenza della giunta regionale toscana.
“Lavoro scientifico di spessore e analisi puntuale dei dati diventano importantissimi in uno scenario che vede crescere la domanda dei servizi e il loro costo ma ridursi le risorse reali a disposizione – commenta il presidente della Toscana Eugenio Giani – Noi continuiamo comunque a credere in un sistema sanitario universalistico e pubblico e continueremo ad impegnarsi per far crescer i sistemi sanitari, già di eccellenza, e rispondere ancora di più ai bisogni dei cittadini”.
“I dati presentati oggi costituiscono un bagaglio di informazioni capaci di evidenziare punti di forza e punti di debolezza del sistema sanitario toscana e più in generale del welfare pubblico. Diventano pertanto – si sofferma l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini – una bussola per mettere in atto misure correttive o politiche innovative capaci di migliorare le performance. L’invito alle strutture dirigenziali è quella ad utilizzare a piene mani l’analisi dei dati che gli esperti ci offrono”. Il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo suggerisce di usare, per questo, anche le tecnologie innovative e l’intelligenza artificiale.
“Dobbiamo costruire un nuovo equilibrio tra bisogni di salute, che mutano, la quantità e qualità dei servizi e sostenibilità del sistema – conclude l’assessore -. Facile a dirsi, più complicato a farsi: ma è questa la sfida”. Negli ultimi cinque anni la Toscana è passata da tre milioni e mezzo di prescrizioni mediche a cinque milioni: potrebbe bastare questo numero a ben rappresentare le sollecitazioni che mettono a dura prova l sistema. “Serve appropriatezza, altro tema importante – sottolinea Bezzini – per evitare che certe criticità aumentino e per salvaguardare il diritto individuale della persona e l’interesse collettivo alla salute”.
“La salute è determinata certamente anche da stili di vita e scelte individuali – riflette l’assessora al sociale, Serena Spinelli – ma ci sono fattori di sistema che è sempre più necessario tenere in considerazione e che incidono pesantemente sulla salute complessiva delle persone e delle comunità”. “La povertà – spiega – è in aumento,. anche quella educativa che riguarda i minori. Cresce il disagio abitativo e il rischio di marginalità e quando ci sono difficoltà economiche peggiora ad esempio anche l’alimentazione, determinando una povertà alimentare che influisce sullo stato di salute”. “Abbiamo di fronte due sfide – conclude -: l’impoverimento e l’invecchiamento della popolazione, a cui bisogna rispondere con una presa in cura complessiva della persona, che in prima istanza non può essere che pubblica”.
La buona notizia che emerge dal rapporto è che i toscani confermano comunque stili di vita ed abitudini più salutari della media italiana e il 95 per cento percepisce positivamente la propria salute. In Toscana nel 2022 sono diminuiti infatti i consumatori a rischio di alcol (16 per cento), stabili i fumatori regolari (8 per cento contro l’11 per cento in Italia), con molti uonini che hanno smesso. Troppi però sono ancora i sedentari: il 43 per cento della popolazione, il 23,5 per cento tra gli adulti. Relativamente pochi invece, per fortuna, gli anziani in condizione di isolamento sociale (il 14 per cento): il 3,5 per cento manifesta sintomi depressivi, un dato stabile ma meno della metà della media nazionale che viaggia attorno al 9 per cento. Si conferma un largo consumo di antidepressivi e scarso ricorso a servizi territoriali di salute mentale. Malattie del sistema circolatorio e tumori sono sempre le due cause di decesso più frequenti, due terzi del totale. Negli ultimi venti anni, rispetto al 2003, sono cresciute le morti per malattie del sistema nervoso (Alzheimer +22%, Parkinson +92%), disturbi psichici (demenza +94%) e malattie infettive (+56%), per il progressivo invecchiamento. Ci sono stati meno decessi per tumore comunque, eccetto pancreas (+14%), tumore alle cute (+10%), cavo orale (+7%) e ovaio (+2%). Il tumore del polmone risulta in crescita tra le donne (+25% contro una flessione del 39 per cento tra gli uomini): è l’effetto dell’aumento delle donne fumatrici.
La popolazione toscana diminuisce di anno in anno. E non per un caso prossimità dei servizi, presa in carico integrata e attenzione alle cronicità sono capisaldi delle futura organizzazione territoriale sanitaria. Sono oramai otto anni, con la sola eccezione del 2021, che la popolazione toscana diminuisce: colpa della detanalità (più forte della crescita costante dell’aspettativa di vita), accentuata negli ultimi anni dall’affievolirsi dei flussi migratori che fino a qualche anno fa ci aveva messo una pezzo ma che dal 2013 non è più sufficiente a compensare il saldo naturale negativo. Su 3.651.152 residenti al 1 gennaio 2023, le donne sono il 51 per cento. L’Istat prevede che nei prossimi dieci anni la Toscana possa perdere altri 21 mila residenti e 60 mila tra venti anni. Con 5,9 nuovi nati ogni mille abitanti (6,7 in Italia), la Toscana è tra le cinque regioni dove si fanno meno figli, dopo Sardegna, Liguria, Umbria e Molise. Nel 2022 ne sono nati 21.610. Le famiglie tendono a farsi meno numerose all’interno, ma ad aumentare in quantità. Diminuiscono le coppie con figli, oggi solo il 28 per cento contro il 37 del 2001, e destinate a diminuire ulteriormente. Tra le famiglie con figli oltre la metà ne ha uno soltanto, circa il 40 per cento ne ha due e il 6,5 per cento tre o più. L’11 per cento conta un solo genitore. Le coppie senza figli sono una su quattro, un nucleo su tre è composto da una sola persona, nel 60 per cento dei casi con più di sessanta anni. Gli anziani rappresentano il 26 per cento della popolazione toscana (contro il 24 per cento in Italia) e sono circa 958mila. Istat prevede che possano raggiungere quota 1 milione e 100mila nel 2033 (30 per cento dei residenti) e 1 milione e 250mila nel 2043 (35 per cento dei residenti). Gli anziani costituiscono dalla metà ai due terzi dei malati cronici. I giovani con meno di quindici anni d’età rappresentano solo l’11,6 per cento della popolazione toscana (424.500 persone) ed è previsto che scendano al di sotto dei 390mila nei prossimi venti anni. I toscani residenti di origine straniera si attestano all’11,1 per cento (8,6% in Italia) e tra quelli che frequentano le scuole il 60 per cento è di seconda generazione. Sono quasi 20mila i soggetti con disabilità inseriti nei diversi cicli scolastici. Aumentano, ma restano ancora distanti dalla media europea, i giovani laureati: i 30-34enni toscani con istruzione universitaria sono il 29,4 per cento (erano il 16 per cento nel 2004), contro una media europea del 41,6 per cento. Gli insuccessi e i ritardi scolastici sono sensibilmente diminuiti, ma ancora rappresentano rispettivamente il 4 e 11 per cento degli studenti.
Il 94,9 per cento delle donne in gravidanza esegue gli esami previsti dal libretto e protocollo regionale, ma le straniere restano indietro: eseguono meno visite o lo fanno tardivamente. Nonostante il medico specialista in ostetricia e ginecologia in regime privato attragga ancora molte donne in gravidanza (43,3 percento nel 2022), sempre di più preferiscono essere seguite da una struttura pubblica (consultorio o ospedale). Se la natalità è in flessione, diminuiscono anche le interruzioni volontarie di gravidanza. Alto è il livello di adesione agli screening neonatali. I neonati toscani godono mediamente di buona salute: il 99,5 per cento dei nati vivi nel triennio 2020-2022 era in salute e sano. Il dato sui nati morti (2,2 ogni mille) è stabile e tra i più bassi d’Europa. Il 6,7 per cento è nato prematuro (ovvero prima della trentasettesima settimana) e il 6,6 per cento di basso peso (meno di 2,5 chili). Entrambi i trend sono sostanzialmente stabili. Uno dei principali interventi di prevenzione durante i primi due anni di vita è rappresentato dalle vaccinazioni. Aumenta l’offerta dei servizi educativi all’infanzia.
I ricoveri per frattura di femore nel 2022 tra gli anziani sono stati 7.865 (otto su mille), stabili anche in pandemia: le donne più del doppio degli uomini e più della metà dei ricoverati aveva più di ottantacinque anni. Una criticità, perché le statistiche dicono che l’intervento chirurgico si è fatto meno tempestivo che in passato e a ventotto giorni dal ricovero la metà dei fratturati non è riuscita ad accedere alla riabilitazione presso il servizio sanitario regionale.