Per Wine spectator è un Brunello di Montalcino il vino migliore al mondo

Come ogni anno a novembre, la prestigiosa rivista internazionale Wine Spectator rivela la classifica dei 100 vini migliori al mondo. Quest’anno a conquistare il podio è stato il Brunello di Montalcino 2018 della storica azienda Argiano.

Si legge nella nota: la qualità stellare del Brunello di Montalcino 2018 di Argiano è frutto di oltre 10 milioni di dollari di investimenti realizzati nella tenuta in un decennio.

Segno che nel mondo del vino, un cambio di proprietà o di paradigma stilistico può portare enormi benefici. Oggi guidata da Bernardino Sani, Argiano è una realtà esistente dal 1580, che ha visto nel tempo un susseguirsi di cambiamenti di proprietà nobiliari a partire dai Tolomei, fino al 1992 in cui fu acquisita dalla Contessa Noemi Marone Cinzano.

Citata anche nei versi del Carducci a fine ‘800 (“Mi tersi con il vin d’Argiano, il quale è buono tanto”), nel 2013 fu acquistata dall’attuale proprietario, l’imprenditore brasiliano André Santos Esteves.

“Siamo felici per l’azienda senese guidata da Bernardino Sani, sotto la proprietà dell’imprenditore brasiliano André Santos Esteves – ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci –.Questo premio, che vede per il secondo anno consecutivo la presenza di un Brunello sul podio di Wine Spectator, rappresenta un enorme riconoscimento per tutta la denominazione e conferma da una parte il rapporto virtuoso di Montalcino con gli investitori stranieri, dall’altra la capacità delle nostre imprese di esprimere la massima qualità anche in annate spesso accolte tiepidamente dalla critica”.

Non è la prima volta che il Brunello conquista il podio assoluto di questa ambita classifica, con risonanza internazionale. La prima a raggiungere l’ambito titolo nel 2006 fu Casanova di Neri con il Brunello Tenuta Nuova 2001. Mentre è la quinta volta che l’Italia conquista la vetta; le altre aziende premiate (tutte toscane peraltro!) furono: il Solaia 1997 di Antinori, nel 2000, il Sassicaia 2015 della Tenuta San Guido, nel 2018, e l’Ornellaia 1998 di Tenuta dell’Ornellaia, nel 2001.

“Un nuovo riconoscimento internazionale, che fa seguito a quelli degli anni scorsi, alla qualità del territorio e della nostra denominazione e alla città di Montalcino a conferma del rapporto e dell’integrazione che la lega ai produttori che investono e operano con rispetto della tradizione sul nostro territorio, contribuendo a portare nel mercato Usa e nel mondo un prodotto di altissima qualità e pregio –  sottolinea Silvio Franceschelli, sindaco di Montalcino e senatore – . Più in generale, un riconoscimento per il vino italiano e alla sua identificazione con il territorio di produzione che rappresenta un riferimento in termini di sostenibilità produttiva ed ambientale nonché in competitività e qualità per numerosi mercati, anche emergenti. Aree interne, spesso marginali, che danno lustro all’Italia e che devono essere sempre più tutelate contro il rischio del dissesto idrogeologico e lo spopolamento. Perché questo accada occorre che siano garantiti servizi ed infrastrutture che troppo spesso vengono messe in discussione da scelte poco lungimiranti”.

Stefania Tacconi