Carne rossa, il dado ‘virtuale’ è tratto. E, come tutte le cose lanciate nell’universo web, la notizia dilaga alla velocità della luce, senza filtri, provocando un allarmismo determinato più dall’assenza di ragionamento che dalla realtà dei fatti.
Il giorno dopo il lancio della notizia sulla demonizzazione della carne rossa e degli insaccati, da parte dell’Oms, come reagisce l’Italia e in particolare il territorio provinciale attraverso Coldiretti, una delle associazioni maggiormente interessate dal tema in questione?
“Contiamo su una comunicazione corretta – risponde Simone Solfanelli, direttore Coldiretti Siena – ricordando i gravi danni subìti dalla categoria degli allevatori nel periodo della mucca pazza. Ci vuole sempre un approccio corretto a certe notizie”.
Come stanno in realtà le cose?
“Il settore della carne vale in Italia 32 miliardi di euro, ovvero il 20% del fatturato agroalimentare nazionale, ci lavorano 180mila persone, vogliamo discutere di questo?”
Quindi un allarme ingiustificato…
“Totalmente. Una campagna immotivata che parte da uno studio che riguarda gli Stati Uniti, il bacon, i wurstel, realtà dove il consumo di carne di questo tipo è superiore del 60% a quello italiano e dove è legale utilizzare ormoni per l’allevamento. In Italia la qualità della carne è ottima, ancor più in Toscana e nella nostra provincia. Noi apparteniamo al Paese della dieta mediterranea dove il consumo di carne – nonostante ci sia la moda di seguire le modalità anglosassoni – è poco e sempre alternato anche a cereali e legumi. La nostra carne e i nostri salumi, poi, sono quasi tutti Doc: carne, sale e aria bona”.
Suggerimenti da Coldiretti?
“Che mangiare troppa carne faccia male lo sappiamo tutti. Seguiamo la dieta mediterranea, le etichettature, la tracciabilità. Se in Italia la longevità è di 84,6 anni per le donne e 79,8 per gli uomini – superiore alla media – un motivo ci sarà. Basta allarmismi e andiamo avanti col buon senso anche nella comunicazione”.
Katiuscia Vaselli