“Forse Vita sta cercando un capro espiatorio e lo ha individuato in me, ma sta confondendo i ruoli di questi tavoli di lavoro”. Così l’assessore alle politiche sociali del comune di Siena, Francesca Appolloni, risponde alle accuse di Massimo Vita, presidente dell’Unione Italiana Ciechi di Siena.
Per capire i motivi di questa diatriba bisogna tornare indietro a quanto è accaduto un giorno fa. Ieri, giovedì 6 maggio, Vita ha attaccato il Comune per quello che lui giudica “un grave atto discriminatorio dell’amministrazione nei confronti di chi ha una disabilità”. Nello specifico accusava palazzo Pubblico di non avere dato possibilità alle persone sorde di seguire il tavolo sulle disabilità del webinar Terzo settore e Buongoverno senese. “Nonostante il mio appello a lasciare la riunione, nulla è accaduto”, aveva proseguito. Inoltre Vita aveva chiesto perché l’assessore Appolloni non fosse presente all’evento.
Appolloni ribatte punto su punto. Prima spiega perché non era prevista la sua presenza all’iniziativa: “un conto è prendere parte a dei cantieri di lavoro, un altro è portare i saluti dell’amministrazione per dare poi spazio a relatori autorevoli “. Quanto affermato dall’assessore viene confermato dal programma comunicato da palazzo Pubblico: si legge infatti che, a moderare l’evento sulle disabilità, sarebbe stato Emanuele Gambini, consulente strategico per lo sviluppo delle organizzazioni. “Il programma degli appuntamenti era stato presentato anche in consulta disabilità. Evidentemente o mi sarò spiegata male o Vita non intende capire -prosegue-. Questi cantieri di lavoro servono, per chi ci si sarebbe segnato, a rielaborare una serie di problemi in proposte progettuali che poi saranno redatte in un testo che, tramite Gambini, sarà fatto avere all’amministrazione comunale”.
L’assessore risponde poi alle accuse mosse sull’altra questione: quella di chi, essendo sordo, non ha potuto seguire l’incontro. “Avevamo previsto l’obbligo di iscrizione per poter partecipare ai cantieri. Gli organizzatori mi hanno fatto sapere che, delle persone che si sono segnate ai tavoli, non c’era nessun sordomuto che, nell’iscriversi, abbia reso nota questa disabilità. Non c’era nessuna indicazione che ci facesse pensare ad attivare anche il servizio di traduzione nella lingua dei segni”, dice Appolloni che aggiunge: “C’è stata una mancanza organizzativa e me ne sono scusata ieri durante l’iniziativa”.
La chiosa è un’ulteriore replica a Vita: “C’è modo e modo di dire le cose. Se vuole collaborare non può permettersi di incitare tutti a lasciare un webinar perché manca un traduttore della lingua dei segni. Non ha colto l’opportunità di una buona occasione, avrebbe potuto sottolineare in maniera propositiva, e non ostativa, che l’amministrazione avrebbe potuto avere questa delicatezza”, conclude.
MC
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