Toscana

Tracciamento covid: 50mila casi, 162mila informazioni e 180mila telefonate in un anno di lavoro dell’Asl

Oltre 50mila casi, 162mila informazioni e 180mila telefonate. Sono i numeri di un anno di attività di un anno di lavoro della centrale di tracciamento covid dell’Asl sud est.

“Un anno è un periodo apparentemente beve ma il lavoro fatto da questa struttura è stato fondamentale nella battaglia contro la diffusione del covid – afferma il direttore generale dell’azienda Antonio D’Urso –. Individuare i contatti dei contagiati era e rimane una strategia per limitare la moltiplicazione dei casi”.

Ancora D’Urso: “I numeri evidenziano uno sforzo oggettivamente eccezionale: almeno dieci ore al giorno di lavoro, sette giorni su sette. Senza dimenticare che questa era la prima esperienza di questo tipo e che, conseguentemente, abbiamo dovuto creare protocolli di lavoro e formare il personale. Anche da questo punto di vista, la nostra centrale rimane un’esperienza innovativa in quanto abbiano formato decine di giovani. Un lavoro non semplice perché si è trattato di trasmettere loro informazioni, leggi, circolari in una materia sanitaria così specifica e sempre in evoluzione come è stata ed è la malattia diffusiva del covid, con tutte le sue varianti”.

“La telefonata è essenziale per inviare i provvedimenti di restrizione personale, isolamento e quarantena. È l’unico modo per contenere la diffusione del contagio e deve essere efficace perché in pochi minuti si cambiano le abitudini e le attività delle persone. Abbiamo telefonato a persone di tutte le fasce di età, qualsiasi estrazione sociale, qualsiasi livello di istruzione, giovani, anziani, lavoratori, disoccupati, carcerati, laureati, senzatetto, centri di accoglienza, alberghi, conventi. Abbiamo fatto il tracciamento in lingua inglese, francese e altre ancora, avvalendoci dei mediatori culturali con telefonate a tre voci”. Lo dice Daniela Cardelli, che dal primo giorno dirige la struttura.

“Lavoriamo il 100 per cento dei casi – conclude Cardelli – e lo faremo fino a quando sarà necessario. E questo grazie a tutti gli operatori che hanno lavorato e lavorano per la centrale, allo staff e al gruppo di coordinamento”.

marco crimi

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