L’Aou senese è centro oro 2020 per il programma European Stroke Organisation. Lo ha stabilito la stessa organizzazione, sulla base dei criteri della piattaforma dei premi Angels ESO. Il policlinico le Scotte, si legge in un comunicato, riesce a trattare al 50% dei pazienti entro 60 minuti per la fibrinolisi sistemica ed entro 90 minuti per la trombectomia meccanica.
Per il team multidisciplinare del percorso Stroke dell’Aou di Siena quello ottenuto oggi è un grande riconoscimento. A riceverlo sono stati il dottor Lorenzo Bazzani, Angels Consultant, il team del percorso Stroke, formato dalla Stroke Unit diretta dal professor Giuseppe Martini e dalla Neuroradiologia interventistica diretta dalla dottoressa Sandra Bracco. Presente alla consegna il direttore generale dell’Aou Senese, il professor Antonio Barretta, e tutti i professionisti che collaborano fattivamente al percorso Stroke.
“L’ictus colpisce un individuo su quattro nel corso della vita e rappresenta una delle più comuni cause di morte a livello globale, seconda solo alle malattie cardiovascolari, e la seconda causa di disabilità – afferma il professor Martini -. L’ictus può essere definito una pandemia: in Italia sono colpiti circa 180mila pazienti all’anno di cui circa 10mila in Toscana e 2500 in Area Vasta Sud Est. Per cercare di ridurre l’impatto socio-sanitario dell’ictus cerebrale la prima arma è la prevenzione con identificazione dei fattori di rischio. Quando l’ictus si manifesta dobbiamo cercare di ridurre al minimo il danno cerebrale”, conclude Martini.
“Nell’ambito dell’ictus ischemico abbiamo a disposizione vari trattamenti – aggiunge la dottoressa Rossana Tassi della Stroke Unit – che vanno dalla somministrazione endovenosa di farmaci fibrinolitici alla disostruzione meccanica del trombo con interventi endovascolari e la possibilità di associare le due metodiche. Tutti questi interventi necessitano di essere eseguiti il più precocemente possibile dall’inizio dei sintomi per salvare tessuto cerebrale prima che l’ischemia diventi irreversibile. Per tale motivo è necessario che i pazienti colpiti da ictus vengano condotti rapidamente presso i Centri che effettuano tali trattamenti”.
“Nella nostra Area Vasta – aggiunge la dottoressa Sandra Bracco – esiste ormai da anni un percorso diagnostico terapeutico organizzato in rete che prevede il trasporto del paziente con sospetto ictus nell’ospedale più vicino autorizzato al trattamento fibrinolitico oppure la centralizzazione primaria o secondaria presso l’unico Centro riconosciuto anche al trattamento endovascolare che è quello della nostra Neuroradiologia Interventistica”.