Tribunale di Montepulciano, sì unanime del consiglio comunale poliziano per la riapertura

Il consiglio comunale di Montepulciano dice ‘sì’ in modo unanime alla riapertura del tribunale presente nella città poliziana.

Movimento 5 Stelle, centrodestra e centrosinistra hanno presentato un ordine del giorno che impegna il sindaco Michele Angiolini e la sua giunta “ad intraprendere con forza tutte le azioni volte alla riapertura del soppresso tribunale di Montepulciano; ad aprire contestualmente un dialogo con ministero della Giustizia, Unione dei comuni della Valdichiana senese e Regione Toscana, al fine di raggiungere il suddetto obiettivo; a trasmettere il documento al presidente del Consiglio e ai presidenti di Camera e Senato, al ministro della Giustizia, al presidente dell’Unione dei comuni della Valdichiana senese ed al presidente della Regione Toscana”.

A determinare la chiusura della struttura fu un decreto legislativo del 2012 che soppresse numerosi tribunali. Verso questa scelta il Comune della Valdichiana si è sempre opposto per diversi motivi.

Alcuni vengono anche elencati nell’atto che ha osservato come “diversamente da quanto paventato dalla riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari nessun beneficio ne hanno tratto le sedi accorpate, non essendosi verificato nessun risparmio né in termini economici né in termini di risoluzione delle cause in tempi brevi”.

Ed ancora la soppressione del tribunale, nel cui circondario erano ricompresi 14 comuni “ha comportato e comporta tutt’ora gravi disagi per i cittadini che sono costretti a recarsi a Siena ed affrontare lunghi viaggi in molti casi senza alcun supporto di mezzi pubblici”

Ora che però l’Esecutivo Meloni pare intenzionato a lavorare su un progetto di riapertura degli uffici giudiziari soppressi c’è la speranza di poter tornare alla situazione del passato.

Ecco perché la politica locale si sta muovendo su più fronti ed il sì del consiglio comunale poliziano è stato accompagnato da un precedente via libera ottenuto all’unanimità in consiglio provinciale.

MC