Il 2022 è davvero l’anno della ripartenza, anche per Siena? La speranza è che lo sia davvero anche se, alla vigilia del fine settimana di Pasqua che solitamente dà il via alla bella stagione, il flusso turistico nel centro storico non registra i numeri del pre-Covid. Anche secondo Federalberghi provinciale non c’è da essere così entusiasti, come spiega la presidente Rossella Lezzi: “Dobbiamo fare di più per salvare tutto l’indotto turistico. Aspetterei a parlare di ripartenza, l’emergenza sanitaria sembra andare verso la conclusione ma la guerra in atto non consente lo spostamento di turisti provenienti da America e Inghilterra, turisti che per la provincia di Siena costituiscono una bella fetta di occupazione. Siena riparte, ma come ripartiamo noi ripartono anche le altre città e in questi due anni non abbiamo fatto molto per cercare di risollevare il nostro turismo”.
“Ci sono città – continua – che nel tempo hanno costruito un brand, diventando un punto di riferimento per l’attrazione turistica. L’unica cosa che abbiamo fatto noi, per ora, è stata alzare la tassa di soggiorno e non è il momento adatto di chiedere altro denaro alle famiglie, visto il momento passato e che stiamo vivendo. Un altro problema, infine, è che del totale dei proventi derivanti dalla tassa di soggiorno, solo il 18 per cento viene versato a favore del settore alberghiero, una cifra irrisoria. Se proprio vogliamo decidere di alzare le tasse, dobbiamo anche pensare ad alzare la quota per gli alberghi che, per essere adeguata, deve aggirarsi intorno al 25 per cento. Altrimenti non c’è soluzione, la tassa di soggiorno va rimossa”.
Siena, negli ultimi anni del pre-pandemia, stava vivendo un lento abbandono da parte del turismo, passando da ricoprire come una delle città fulcro del turismo toscano, fino a diventare una città mordi e fuggi. Da allora l’amministrazione ha cercato di portare avanti attività create ad hoc per riportare il turismo lento a Siena. Tra le varie operazioni ci sono Strade di Siena, progetto sinergico in collaborazione con i comuni delle altre province, il Convention bureau e i progetti legati alla via Francigena.
“Abbiamo visto negli anni che andare a investire verso un turismo green può funzionare – osserva la presidente – soprattutto perché gli alberghi hanno anche la possibilità di accedere ai fondi europei per ottenere le certificazioni. Le attività svolte dall’amministrazione, però, non sono state sufficienti e non hanno prodotto l’effetto desiderato. Questa non vuole essere una critica al Comune, so bene che ha cercato di fare il possibile pur avendo a disposizione pochi soldi. È proprio questo il problema, se davvero vogliamo pensare seriamente alla ripartenza del turismo nella nostra città e nella nostra provincia, dobbiamo entrare nell’ottica di investire di più. Investimenti non solo per quanto riguarda le attività e i progetti, ma anche e soprattutto la digitalizzazione dei nostri servizi e una comunicazione valida a livello nazionale e internazionale. Di strada da fare ce n’è tanta ma dobbiamo agire subito, altrimenti sarà un bel danno per tutto il settore. Il turismo funziona se tutta la macchina è ben rodata, non è possibile pensare ai progetti senza coinvolgere gli altri settori, dagli alberghi ai musei, ognuno è indispensabile alla ripartenza della stagione”.
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