Toscana

Tutela dell’ambiente, l’Arcidiocesi aderisce alla piattaforma Laudato Sì

“Per la tutela dell’ambiente la Chiesa si è mossa attraverso la piattaforma Laudato Si’ e la Diocesi di Siena vuole aderire a questo progetto, nelle prossime settimane indicheremo come”. Così Augusto Paolo Lojudice, Cardinale e Arcivescovo di Siena, durante la visita odierna alla Moschea di Colle Val d’Elsa.

Che cosa è la piattaforma Laudato S’? E ‘un progetto, fatto da una serie di iniziative, lanciato lo scorso maggio da Papa Francesco. Viene definito “una collaborazione unica tra il Vaticano, una coalizione internazionale di organizzazioni cattoliche-, e “tutti gli uomini e le donne di buona volontà”” che intendono “rispondere alla Laudato Si’, l’enciclica di Papa Francesco sulla cura della nostra casa comune”, cioè la Terra.

“Vogliamo riprendere le buone pratiche, a difesa del pianeta, messe in atto nelle nostre comunità e farne un patrimonio comune – questa l’idea di Lojodice -. La mia proposta la introdurrò domani ai vescovi toscani, durante la seduta della CET”. Ancora Lojudice: “Papa Francesco, come responsabile di tutta la comunità cattolica mondiale, deve essere attento alle tematiche dell’ambiente e a quello dell’inquinamento che sta diventando l’autodistruzione dell’umanità. Deve esserci un’inversione di tendenza che parta dalle singole persone sennò continueremo a fare “Blah, Blah, Blah”(chiaro il riferimento a Greta Thunberg ndr.)”.

Spazio poi ad un commento su “Fede e scienza: verso COP26” , appello con cui il Santo Padre, ed altre personalità,  ha chiesto ai potenti della Terra, in vista della Cop26 di Glasgow, di “offrire risposte efficaci alla crisi ecologica senza precedenti e alla crisi di valori in cui viviamo, e così a offrire concreta speranza alle generazioni future”. Per Lojudice la firma del Pontefice “è un ennesimo suo tentativo per salvaguardare l’umanità nel suo insieme”.

D’accordo con il Cardinale si trova l’imam di Colle Val d’Elsa Izzedin Elzir: “La comunità islamica da tempo chiama i suoi fedeli alla responsabilità. Fare il proprio dovere, non diventare una macchina di consumismo, significa trasmettere i valori di fede – spiega-. Il musulmano è chiamato a fare uno sforzo, una jihad per la pace, per la convivenza e per essere responsabile”.

Marco Crimi

 

 

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