Gli Ecologisti Democratici senesi “intendono porre attenzione e sensibilizzare anche sui costi, spesso irreversibili, che un conflitto come quello in Ucraina provoca al nostro ambiente”. Così in una nota il portavoce del gruppo Gianni Porcellotti.
“Guardiamo con orrore interi edifici civili crollare, esseri umani fuggire assediati dalla fame e dal freddo, e macerie accumularsi nelle città e nelle fertili pianure di questo paese: una terribile trasformazione dell’habitat naturale dell’Ucraina-aggiunge Porcellotti-. E tutto ciò accade mentre l’Europa è impegnata verso i più stringenti parametri ambientali per innescare la transizione energetica, ci domandiamo allora: quali probabili costi ambientali dovremo pagare per questo conflitto anti ambientale”.
Porcellotti continua: “Anche i campi profughi provocano gravi danni all’ambiente a causa della loro pressione antropica disordinata, a partire dall’inquinamento delle falde acquifere prodotte da pozzi neri di fortuna. C’è poi da considerare l’inquinamento atmosferico e le polveri tossiche prodotto dai veicoli militari e dall’uso delle armi, così come la contaminazioni delle fonti d’acqua, senza parlare dei costi ambientali legati al nucleare (in Ucraina ci sono 15 reattori nucleari con la concreta possibilità che vengano abbattuti)”.
“La distruzione degli ecosistemi durerà per secoli e, come Ecologisti Democratici, intendiamo porre l’attenzione anche sul tema dello sfruttamento dell’ambiente in guerra, una questione non di seconda importanza sulla quale non sembriamo aver imparato dalla storia -scrive-.Anche per questo il conflitto in Ucraina riguarda anche noi, e devono essere messe in campo tutte le forze di dialogo per fermarlo”.
Intano Siena Ideale dice sì alla proposta del Pd di convocare un consiglio straordinario per condannare l’aggressione della Russia contro l’Ucraina e la sua invasione. Siena Ideale “riafferma il valore della Pace internazionale nel rispetto dei trattati internazionali, a garanzia delle libertà e dei diritti dei popoli e del loro progresso culturale, economico e sociale” e chiede “che l’invasione sia fermata, l’Ucraina sia liberata e si possa tornare all’applicazione degli accordi di Minsk e al rispetto degli accordi di Helsinki che nell’Atto Finale ribadiscono il non ricorso alla minaccia o all’uso della forza, la Inviolabilità delle frontiere; l’Integrità territoriale degli Stati e la Risoluzione pacifica delle controversie”, si legge in una notta.