Su Mps “riteniamo inopportuna la forzatura che sembra venga fatta dal Governo Draghi verso la strada Unicredit, anche considerando che questa vedrebbe come protagonisti gli stessi che, a distanza di 14 anni, sono stati in qualche modo tra gli attori del disastro Antonveneta: ovvero l’attuale Ad di Unicredit Orcel e il Primo Ministro Draghi”.
Così l’associazione Pietraserena interviene sul caso Unicredit-Monte dei Paschi.Pietraserena esordisce: “Sorvoliamo sul già ricordato attuale esuberante e dilettantesco interesse (dopo anni di silenzio), e relative ricette miracolose, di tutta una serie di gruppi o personaggi, che rischia di accrescere confusione e difficoltà ad una situazione già molto delicata.Quello che però ci ha colpito di più è l’apparente contraddizione tra le posizioni del ministro dell’Economia e finanze Franco e quelle dell’Ad di Banca Mps Bastianini-continua-. Mentre la prima indica una banca che da sola non regge, dall’altra si presenta una semestrale definita la migliore degli ultimi 5 anni, con commenti positivi su quasi tutti i dati e addirittura una ipotizzata cospicua riduzione dello shortfall di capitale.-proseguono- Se i dati questa volta fossero reali e non abbelliti (come spesso capitato in passato e da noi puntualmente denunciato nelle Assemblee Mps), si potrebbe pensare ad una possibile svolta e alla possibilità di intravedere soluzioni diverse da quella, molto preoccupante, di Unicredit. Quale sarà la verità? In questo senso può essere utile la “due diligence” in corso per dare certezze sulla reale situazione di Banca Mps?”
Ancora Pietraserena: “Pensiamo quindi sia ancora più necessaria quella unità civica già chiesta, rivolta a Enti ed Istituzioni pubbliche e a tutti quei soggetti che in questi anni hanno dimostrato adeguata competenza e attenzione, per tentare di operare insieme alla ricerca della migliore soluzione per Banca Mps”. L’associazione conclude: “Una forzatura che potrebbe indurre dubbi sull’eventuale chiusura del cerchio di un piano machiavellico, organizzato dalla grande finanza mondiale, e purtroppo, forse non per caso, contrastato in modo poco organico da quasi tutti i partiti italiani. La cosa che comunque ci fa dubitare, o sperare, sulla non facile attuazione di questo accordo con Unicredit è la netta opposizione da parte di tutti i partiti facenti parte la maggioranza parlamentare. Vogliamo quindi credere che ci sia la volontà di valutare altre strade, prima di tutto la richiesta di un rinvio alla BCE, per poi procedere con un tavolo di lavoro per esaminare le alternative ed individuare la più valida, ovvero quella che possa garantire un futuro autonomo e prestigioso alla Banca Mps”.