Vicenda Cosvig, la nota dei Comuni : “Rigenerare il Consorzio e tutelare i dipendenti”

“L’unica via in questo momento è aprire nuovo capitolo nella storia di Cosvig per adeguarlo al momento storico e anche alle nuove necessità. Questo è l’impegno dei sindaci, pronti a sostenere con ogni mezzo, anche finanziario, la fase di transizione ed il successivo rilancio della società e chiaramente chi in Cosvig lavora. La sfida quindi è quella di rigenerare la società su basi nuove e solide per rilanciare il Cosvig, insieme alla Regione, nel suo ruolo di supporto ai Comuni e tutelare i dipendenti che sono parte integrante della struttura”.

Inizia da qui la nota dei sindaci di Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Radicondoli, Chiusdino, Montieri, Monteverdi e Monterotondo Marittimo in relazione alla vicenda Cosvig, nei media in questi giorni.

“Bisogna fare chiarezza e raccontare un po’ di storia – sottolineano i sindaci – All’interno di una Società pubblica (in house) come Cosvig vi è un’attività di mercato (ossia puramente commerciale come Sesta Lab). Il che ha dato il via alla sequenza di eventi i cui effetti si stanno manifestando in queste settimane e mesi. In Cosvig è venuto immediatamente meno il rapporto 80% – 20% previsto per Legge Madia sulla società partecipate che è un obbligo strutturale non superabile nelle società in house”.

“La parte rilevante dei ricavi in questa situazione derivava dai proventi della struttura di Sesta cui fa fronte l’estrema esiguità di quelli invece prodotti dell’asset istituzionale – continuano – Ciò ha posto come obbligatoria e non rinviabile la necessità di ristabilire il rapporto percentuale richiesto dalla legge, oppure di mettere in atto le azioni previste dalla normativa, come la dismissione dell’attività industriale di Sesta. Senza queste azioni la legge impone di procedere a processi di razionalizzazione e quindi di dismissione delle partecipazioni degli enti locali in Cosvig o la sua liquidazione integrale. Per dirla in parole povere, in assenza del requisito di in house e con la presenza di Sesta le amministrazioni pubbliche non avrebbero avuto alcun titolo né finalità istituzionale per rimanere all’interno di Cosvig”.

“A fronte di ciò la Regione Toscana ha sospeso i trasferimenti delle risorse finanziarie che fino al 2020 avevano caratterizzato la principale fonte di sostentamento di Cosvig, ossia la cosiddetta “gestione del Fondo Geotermico” e del parco progetti presentati dai Comuni geotermici – osservano i primi cittadini – Il Consiglio Regionale nel 2021 con Legge Regionale, in virtù delle condizioni createsi, ha sospeso i trasferimenti delle risorse a Cosvig e la stessa Regione si è conseguentemente trattenuta la gestione del Fondo Geotermico, affidando le attività ad una sua partecipata”.

“Immediatamente si è avviata un’operazione societaria per la divisione dei due rami aziendali presenti all’interno di Cosvig (quello “istituzionale” e quello industriale di Sesta) al fine di ripristinare i parametri di legge e riportare il Cosvig nelle condizioni di fatto e di diritto per poter essere destinatario delle attività e delle risorse legate alla gestione del Fondo Geotermico”.

“Il progetto di scorporo mediante la costituzione di una nuova società pubblica partecipata direttamente da Cosvig ed indirettamente quindi dai suoi soci pubblici, predisposto dal consiglio di amministrazione, ed approvato dall’assemblea della società nel luglio del 2022, è stato bocciato dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in quanto alterante il mercato ed il regime di concorrenza, ed ha ricevuto parere parzialmente negativo dalla Corte dei Conti della Toscana – spiegano i sindaci – Il che ha obbligato la compagine sociale pubblica ad individuare altre strade per trovare una soluzione al problema. Condizione che ha determinato un aggravarsi della situazione finanziaria. Il fallimento dell’operazione di scorporo di Sesta ha infatti comportato l’inattività della società fino al momento del ripristino delle condizioni richieste dalla legge per operare per conto degli enti locali soci”.

“Il resto della vicenda è storia delle ultime settimane – aggiungono – con un progetto in corso, attraverso il ricorso all’istituto giuridico del trust che, ci si augura, possa consentire di separare funzionalmente i due rami aziendali (istituzionale e commerciale) e che dovrebbe potersi concretizzare nei mesi a venire richiedendo una serie di complessi passaggi anche presso autorità terze”.

In questa condizione ogni iniezione di liquidità nella società da parte dei soci, esclusivamente funzionale al mero sostegno, è vietata. “Abbiamo bisogno di un adeguato piano di ristrutturazione e risanamento e su questo la società deve lavorare – fanno notare – Le norme in materia obbligano le società partecipate, siano esse in house o meno, a rendersi patrimonialmente e finanziariamente autonome ed a mantenersi in una condizione di autosostenibilità”.

“Cosvig è una società pubblica e deve rispondere a principi di efficienza ed efficacia nei costi aziendali, nell’ottimizzazione della gestione e nella elaborazione di un piano adeguato per permettere a Cosvig stessa, in seguito alla separazione di Sesta, di avere una prospettiva di lungo periodo – sottolineano i sindaci – Cosvig dovrà avere una nuova missione aziendale chiaramente definita dai soci e dovrà mantenere un corretto equilibrio economico-finanziario tra servizi resi e costi”.

“Oggi l’unica via è aprire un nuovo capitolo nella storia di Cosvig per adeguarlo al momento storico e anche alle nuove necessità – è la proposta dei sindaci – Questo i Sindaci chiedono, pronti a sostenere con ogni mezzo, anche finanziario, la fase di transizione ed il successivo rilancio della società e chiaramente chi in Cosvig lavora”.

“La cassa integrazione attivata non costituisce il viatico per licenziamenti – aggiungono – ma uno strumento per tutelare la società ed i suoi dipendenti in questa delicata fase e per affrontare i prossimi mesi che saranno di difficoltà, ma anche di ricostruzione”.

“Mesi che dovranno servire per ripensare radicalmente la società. Siamo certi che nessuno, Regione Toscana in primis, si sottrarrà all’impegno di garantire il lavoro e l’avvenire dei dipendenti di Cosvig. La sfida insomma – concludono – è quella di rigenerare la società su basi nuove e solide per rilanciare il Cosvig nel suo ruolo di supporto ai Comuni e tutelare i dipendenti che sono parte integrante della struttura. Il nostro impegno è stato e sarà quotidiano per costruire, insieme alla Regione, la vera soluzione ai problemi presenti, affinché si guardi realisticamente ad un futuro in cui la società possa servire da supporto, impulso e sviluppo di progetti di crescita economica e sociale”.