Secondo il 13esimo Rapporto toscano sulla violenza di genere nel 2020, nella nostra Regione, sono state 4 le donne vittime di femminicidio. Dal 2006 i femminicidi sono stati 121 e 41 minori sono rimasti orfani a seguito di questi fatti di sangue.
Questi sono alcuni dei dati più drammatici del report dove si legge che nella nostra provincia, dal 2006 al 2020, i femminicidi sono stati 9. Nel territorio toscano questi eventi hanno “la loro radice nella relazione di coppia (81 casi), una parte minore, ma non meno importante all’interno di relazioni parentali, in particolari quella madre/figlio (13 casi)”, spiega la Regione in un comunicato . La situazione qui da noi inoltre si caratterizza per un elevato numero di femminicidi tra donne anziane e per una proporzione maggiore di donne straniere, che rappresentano il 32,4% delle donne uccise per motivi di genere nel territorio regionale, contro il 23,4% a livello nazionale.
Nel 2020 sono 3132 donne si sono rivolte a un centro antiviolenza. “Si tratta di donne in larga misura tra i 30 e i 49 anni (il 60% ) che dichiarano di aver subito violenza psicologica (85% dei casi) spesso accompagnata da violenza fisica (60,9%), o anche economica (27,.2%), o con l’aggiunta di minacce (21%). E in molti casi si tratta di situazioni di lunga durata: il 36% di queste donne segnala che queste situazioni drammatiche si protraggono da oltre 5 anni”, evidenzia la nota stampa.
“Ancora un volta – ha affermato l’assessora regionale alle politiche sociali Serena Spinelli – emerge come la violenza sia un fenomeno trasversale tra le classi sociali, segno della persistenza nella società di una cultura patriarcale che vuole relegare il ruolo della donna in una dimensione di inferiorità”.
“Questa pandemia – ha detto l’assessora regionale alle pari opportunità Alessandra Nardini – ha reso drammaticamente più evidenti le disuguaglianze che già esistevano, le ha acuite, ha allargato il gender gap. Occorre lavorare sempre più sulla prevenzione e sulla promozione di una cultura diversa, fondata su rispetto, parità, non discriminazione, a partire dalle giovani generazioni e dalle scuole per destrutturare intollerabili stereotipi di genere ancora esistenti. Ed è altrettanto fondamentale garantire alle donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita dalla violenza tutte le condizioni per poter davvero tornare libere e autonome, come le misure che abbiamo già messo in campo per sostenere il reinserimento lavorativo insieme ai nostri centri per l’impiego e ai centri antiviolenza toscani. Siamo quindi a lavoro su più fronti. Per colmare il gender gap saranno preziose le risorse del Pnrr e quelle della nuova programmazione dei fondi europei, un’opportunità che dobbiamo sfruttare al meglio per sanare le disuguaglianze esistenti”.