“Monitoriamo da vicino la situazione della Whirlpool, con particolare attenzione allo stabilimento di Siena”. Questa è la reazione di Luigi de Mossi in merito agli ultimi sviluppi che riguardano la multinazionale.
In particolare i sindacati avevano lanciato un allarme qualche giorno fa e avevano chiesto un chiarimento all’azienda in merito alle dichiarazioni di aver avviato una revisione strategica in Europa, Medio Oriente e Africa, che potrebbe comportare addirittura una vendita dell’attività, il mantenimento della stessa o opzioni ibride.
“Questa amministrazione è stata in prima fila e al fianco dei lavoratori nei lunghi mesi di trattative in cui la proprietà aveva ipotizzato una chiusura dello stabilimento a Siena, con criticità e problematiche per tante famiglie. Saremo di nuovo in prima linea qualora dovessero essere confermate alcune indiscrezioni su una possibile riorganizzazione a cui starebbe lavorando la multinazionale. Nel frattempo confermiamo la nostra vicinanza e pieno appoggio ai tanti lavoratori dell’azienda e della struttura senese”, ha aggiunto il sindaco
Sulla vicenda la multinazionale, avevano spiegano Fim, Fiom e Uilm “attribuisce tale decisione alle crescenti tensioni geopolitiche e commerciali, con correlata crisi degli approvvigionamenti. La direzione aziendale dice che terminerà la revisione entro la fine del terzo trimestre, ma noi in rappresentanza dei lavoratori italiani non possiamo certo aspettare di apprendere le decisioni della corporation a cose fatte, tanto più che Whirlpool nell’incontro con il coordinamento nazionale dello scorso 24 febbraio ha gravemente declinato la nostra richiesta di conoscere il piano industriale del prossimo triennio”.
I sindacati avevano inoltre sottolineato come “le motivazioni aziendali appaiono strettamente legate alla incipiente crisi economica, che il perdurare del conflitto in Ucraina potrà scatenare in Europa. Whirlpool parla difatti in modo esplicito di un mondo meno globale, nonché della opportunità di concentrarsi nelle regioni profittevoli del pianeta, escludendo implicitamente l’Europa da queste”.
“Whirlpool già in passato – dicevano Fim, Fiom e Uilm – ci aveva dato gravi segnali di disimpegno che avevamo denunciato al Governo. Poi la breve ripresa economica, seguita alle chiusure da covid, aveva rilanciato anche la produzione di elettrodomestici. Ora il ritorno della crisi nel nostro continente sta facendo evidentemente valutare alla direzione americana la possibilità dell’abbandono, una possibilità quasi senza precedenti per una grande multinazionale leader del suo settore. Il conflitto in Ucraina – avevano conluso – provoca effetti economici dei quali in governo deve assumersi responsabilità trovando il modo di salvaguardare gli approvvigionamenti, mantenere la produzione e salvare la occupazione”.