“Non bastavano i predatori, ci volevano anche i cartelli di mercato a minacciare l´intera filiera del latte ovino della Toscana con conseguenze negative per il territorio, che dall´attività pastorale viene tutelato, e per i consumatori che vengono – sia pure legalmente – buggerati”. Questa la reazione dei presidenti di Coldiretti Grosseto e Siena, Francesco Viaggi e Fausto Ligas, nei confronti del perseverare da parte di soggetti industriali nella politica di acquisto al ribasso del latte ovino locale, che ha letteralmente messo in ginocchio il comparto. La grave crisi del settore, con il latte che viene sottopagato (si parla di una cifra inferiore al costo di produzione, 85 centesimi al litro) è arrivata a toccare livelli insostenibili e rischia di far scomparire gli allevamenti toscani. “È chiaro che anche per il latte ovino – spiegano Viaggi e Ligas – occorre introdurre normative di tipicità e tracciabilità a tutela del produttore e del consumatore, vittima quanto noi agricoltori di questa speculazione al ribasso”. L´importazione di enormi quantità di latte ovino dal nord Europa (in particolare da Romania e Lituania, dove la “catena del freddo” è ancora un obiettivo infrastrutturale), consente ad alcuni imprenditori di imporre ai pastori toscani prezzi all´origine indecorosi. “I buyers – ironizzano i due rappresentanti di Coldiretti – contattano singolarmente le nostre aziende offrendo per il latte un prezzo irrisorio per fare il Pecorino Toscano Dop. Lo possono fare perché comprano a solo 30 centesimi al litro migliaia di ettolitri di latte dai Paesi del nord est con cui producono Toscanino, Maremmello, Senesatro e tanti altri falsi made in Tuscany”. Le quantità e le denominazioni citate dai due presidenti sono esempi “fantasiosi”, ma prossimi alla realtà. “Fate un giro per supermercati – invitano Ligas e Viaggi – e vedrete quanti formaggi con il nome che evocano il nostro territorio sono in circolazione. Sono tutti `tarocchi d´autore´, ovvero prodotti dal punto di vista formale perfettamente legali, ma che della Toscana non hanno neppure l´incarto. Con i presidi di Coldiretti ai valichi di frontiera – aggiungono Ligas e Viaggi – abbiamo mostrato inequivocabilmente agli italiani cosa arriva nelle loro tavole: prodotti falsi italiani di ogni tipo, talvolta perfino dannosi alla salute. In 11 mesi solo dalla Germania, abbiamo visto `circolare´ mangimi e uova alla diossina, mozzarelle blu e batteri killer”. Coldiretti Grosseto e Siena sono decise a mettere in essere iniziative di carattere straordinario prima della prossima campagna di produzione, affinché l´equilibrio tra domanda e offerta venga raggiunto attraverso dinamiche di mercato chiare e oneste. Secondo Coldiretti, infatti, è urgente costruire una filiera che elimini le intermediazioni e consenta il rapporto diretto con il mercato e i consumatori, intervenendo sulla trasparenza della filiera, delle contrattazioni e sull´informazione del consumatore, raggiungibile sono inserendo l´obbligo di indicare in etichetta la reale origine della materia prima impiegata. “Chiunque – concludono Ligas e Viaggi – è padrone di fare il formaggio con il latte che vuole ma, se non è latte toscano di qualità, lo deve spiegare ai consumatori. Perché dietro ad una bella etichetta con tanto di cipressi e immagini tipicamente familiari si potrebbe celare il `lupo travestito da agnello´”.