Sono stati i turisti il regalo contenuto nell’uovo di Pasqua del territorio senese. Nonostante il weekend piovoso, infatti, a Siena e dintorni si sono fatte sentire le presenze dei visitatori, per lo più stranieri, ma anche la risposta del pubblico italiano è stata forte. Come aveva dichiarato il presidente Federalberghi Siena Rossella Lezzi, l’80% delle camere del territorio senese è stato occupato ed anche per le visite nei centri storici e nei musei i numeri non sono stati da meno.
“Malgrado la Pasqua sia arrivata con dieci giorni di anticipo rispetto allo scorso anno, la risposta del pubblico è stata ottima – commenta Stefano Di Bello di Opera Laboratori -. In tutta la provincia abbiamo contato 37mila visitatori. Grande flusso di presenze per il Duomo di Siena, dove sono state registrate oltre 20mila visite. Anche a San Gimignano la risposta è stata buona, con più di 7mila persone che hanno visitato il museo civico e il Duomo. Siamo soddisfatti di questi numeri, che sono stati alti anche in Val d’Orcia ed a Volterra, dove la mostra di Bansky ha attratto oltre 2mila persone”.
Soddisfazione anche per l’assessore al turismo Vanna Giunti, la quale ha commentato il trend turistico della settimana.
“Dato che le previsioni non erano ottime molte persone hanno dovuto prenotare all’ultimo momento – spiega Vanna Giunti -. La Pasqua segna, per noi, l’inizio della stagione primaverile ed era importante partire subito bene. Moltissimi stranieri presenti in città in questi giorni ed anche gli albergatori ed i musei ci hanno dato segnali positivi. Prossimamente poi, daremo anche i dati ufficiali e li analizzeremo”.
I dati, saranno oggetto di interrogazione nel prossimo consiglio comunale da parte del consigliere del Pd Alessandro Masi.
Non solo centro storico, ma anche per il Comune di Gaiole in Chianti si è aperta la stagione dei turisti. Già la scorsa settimana, con la presentazione di Chianti Origo, le visite si sono fatte sentire e come confermato dal sindaco Michele Pescini, a prendere la scena sono stati i camperisti, che hanno stanziato per la maggior parte del tempo lungo le colline chiantigiane.
Pietro Federici