Turista fuori stagione – Gennaio, è tempo di visitare Sardegna e Sicilia

E finalmente è arrivato gennaio, ovvero il mese ideale per fare viaggi a prezzi convenienti e senza i problemi legati all’eccesso di turisti, che sinceramente rende difficile godersi appieno certi luoghi o certi monumenti.

Non si tratta di fare gli snob ed i turisti fuori stagione a tutti i costi, ma di valutare le opportunità di un fine settimana, al massimo quattro giorni, che possono essere particolarmente piacevoli, proprio adesso che le giornate sono tornate ad allungarsi e – unico effetto positivo dell’altrimenti preoccupante cambiamento climatico in corso – le temperature invernali sono in media decisamente più alte che in passato.

Ad esempio, scegliendo di visitare le nostre due isole maggiori, Sardegna e Sicilia, che troppo spesso vengono associate al mare ed al turismo estivo, mentre possono essere mete apprezzabili soprattutto adesso. Anche perché non è vero – come viene detto e ripetuto da anni in mille inutili convegni – che non ci sono voli aerei per queste destinazioni. I voli ci sono e con 40 euro è possibile acquistare un biglietto andata/ritorno da Pisa a Palermo oppure a Cagliari, mentre allo stesso prezzo Perugia (che è un aeroporto tutto da scoprire e con qualche tentazione interessante) offre un volo diretto per Catania.

E prendendo finalmente piena consapevolezza che l’offerta permanente del nostro paese è disponibile tutto l’anno e non soltanto in certe date del calendario o in coincidenza di determinati eventi. Il meraviglioso Parco Archeologico di Segesta, vicino a Trapani, è aperto tutto l’anno ed è sicuramente più bello goderselo adesso (magari con una visita guidata), senza doversi riparare dal micidiale sole d’estate e lontano dal pur interessante cartellone del Festival delle Dionisache. E la stessa cosa vale per l’altra meravigliosa area archeologica siciliana di Selinunte oppure per i nuraghi sardi di Barumini, se vogliamo restare sul tema.

Se invece amate le tradizioni locali ed il contatto con eventi che non abbiano nulla di turistico, ma siano invece espressione sincera della popolazione locale, sia in Sardegna che in Sicilia ci sono moltissime feste legate a Sant’Antonio Abate (che si celebra il 17 gennaio) ed alla devozione – fortissima – da parte dei contadini, con benedizioni agli animali domestici e dei prodotti della terra. Elemento comune a tutte queste feste (come avviene peraltro anche in altre zone d’Italia) è l’accensione di grandi falò e fuochi, che durano anche più di un giorno.

In una intervista al Corriere della Sera del 16 gennaio 2014, Fabio Mugnaini, antropologo dell’Università di Siena, spiegava che “la diffusione dell’uso cerimoniale del fuoco, quindi, può caricarsi di caso in caso e di luogo in luogo, di significati connessi al santo o all’occasione calendariale: rimane fondamentale, nell’efficacia di questo operatore rituale, il suo rompere le tenebre, e in qualche caso rompere anche il freddo della notte invernale, per generare uno spazio imprevisto di condivisione e di socialità. Per le festività più importanti, la presenza di fuochi che si richiamano da una collina all’altra rendeva visibile la condivisione di un culto, disegnava, nella notte, una vera e propria geografia della devozione”.

Una esperienza che solo questo mese di gennaio può permettere di vivere.

 

 

Roberto Guiggiani