Hernanes por el mundo, il giro del mondo in autostop

Hèrnan Andres Iglesias, medico argentino di 29 anni, partito dalla sua Argentina circa un anno fa, giovedì scorso è arrivato in Toscana, durante il suo giro del mondo.

La sua casa, per almeno i prossimi due anni sarà uno zaino di trenta chili, la sua libertà è camminare verso il lontano Oriente seguendo un itinerario di oltre trenta Stati e quattro continenti (esclusa l’ Oceania) per un totale di non si sa quanti chilometri. Sorridendo ad un futuro da disegnare e ad un presente in continua evoluzione, Hèrnan, con parole spagnole, mitigate in un maccheronico italiano, racconta:

“I chilometri non sono importanti para mi, non è una mia priorità sapere quanto viaggerò, bensì “incantarmi” per quel che vedrò e vivrò”. Sulle spalle Hèrnan Andres Iglesias, medico argentino di 29 anni, partito dalla sua Argentina circa un anno fa e giovedì scorso arrivato in Toscana, dopo aver sostato otto mesi in Messico, e attraversato Madrid, l’Andalusia e il sud della Francia, porta con sé il gusto del viaggio, l’amore per la storia classica, e il desiderio di poter praticare la professione di medico a Lesbo, laddove Ulisse sostò.

Lo abbiamo incontrato sabato a Castiglione della Pescaia (proveniva dai Bagni di San Filippo) e ieri mattina è ripartito da Grosseto. Il sogno di Hernanes è aiutare i profughi che sbarcano in questa isola greca al centro dell’Egeo e poi proseguire verso l’India, è lì, esattamente dove il sole sorge, apprendere la pratica antica della medicina Ayurveda.

Ancora all’inizio del sua avventura, Hernan ha viaggiato in autobus, in treno, in aereo (per arrivare in Europa), salito in macchine di altre persone facendo l’autostop e a Montpellier è montato su un camion, condividendo con un autista macedone un lungo tratto di strada, quasi fino a Genova. Dalla città ligure è sceso in Toscana, campeggiato liberamente (con sè ha una canadese) e poi arrivato a Firenze.

Cullato dalla magica atmosfera del Chianti ha alloggiato a San Gimignano, fatto il bagno nell’acqua calcarea di Bagni di San Filippo, ai piedi del vulcano spento dell’Amiata e arrivato sulla costa tirrenica. E’ ripartito ieri da Castiglione della Pescaia ed è sceso a Roma (il sogno della sua vita) e poi proseguirà il suo viaggio verso sud, attraversando l’Abruzzo, la Campania, la Calabria, la Sicilia, la Puglia e infine saluterà l’Italia imbarcandosi a Bari per andare in Albania.

Da qui inizierà un altro capitolo dedicato ai Balcani, all’ospitalità della Macedonia e del Montenegro, poi una discesa fino alla Grecia, la Turchia e un tuffo nel Medio Oriente, culla delle antiche civiltà mesopotamiche. Dalla Siria, all’Egitto passando per Israele, Hernanes proseguirà in Libia, Tunisia, Algeria e dal Marocco proverà a scorgere la sua amata Argentina.

“Con l’immaginazione vedrò i miei amici e li saluterò”. Sorride Hèrnan e lo fa regalando tanto ottimismo a chi siede di fronte. Un altro capitolo di questa avventura vedrà il Marocco come punto di partenza per l’ Europa del Nord. Paesi Bassi, Germania, Polonia, Russia e infine, la discesa verso l’India sarà il finale di un fantastico viaggio. Con appena 1.100 dollari in tasca, a Hèrnan se provate a chiedere il perché di questa esperienza lui risponderà “…De no repentirme de cosas que no he hecho…“.

Nel giovane Ulisse non ci dovrà essere nessun pentimento futuro per tutte le cose che poteva fare e non ha fatto, per tutti i luoghi che poteva vedere e non ha visto. Errori, insidie faranno parte del suo viaggio ma come Ulisse, anche Hèrnan ritornerà a casa ricco di esperienze, di sorrisi scambiati grazie ad un lungo cammino che lo vedrà in primo luogo scoprire se stesso e amare gli abbracci, un stretta di mano, lo sguardo gentile di chi vede nel viaggiatore una nuova esperienza da accogliere, un’altra entusiasmante storia da ascoltare.

Questa mattina (lunedì) Hèrnan si è alzato alle cinque, ha richiuso il suo zaino, lasciato Castiglione della Pescaia, salito nella mia auto e il suo pollice si è alzato in a Grosseto sud, in direzione Roma. “Buena Suerte Amigo”, che il tuo viaggio sia “entusiasmante”.

Nicola Ciuffoletti