Antonio Scurati con il suo ultimo libro “La seconda mezzanotte” (ediz. Bompiani) getta lo sguardo dentro il futuro. Il romanzo è ambientato in una Venezia del 2092, dove, della bellezza della città, è rimasto solo lo scheletro insanguinato da un’umanità resa schiava dalla Cina. Una fetta dell’Oriente sta diventando padrona di quello che è rimasto del vecchio mondo. Il pianeta, stremato e semidistrutto da sconvolgimenti climatici si trova, ora, a subire le perversioni di un governo dittatoriale e razzista.
Questo l’incipit del terzo appuntamento, ad ingresso libero, di Lunedilibri, in programma per il 28 novembre alle ore 17,30 nel complesso museale Santa Maria della Scala.
Scurati è ricercatore alla IULM (Libera università di lingue e comunicazione) di Milano, scrittore di rilievo nel panorama nazionale, ma non solo: i suoi libri sono stati tradotti in undici lingue. Vincitore della XLIII edizione del Premio Campiello e del PremioSuperMondello, secondo classificato al Premio Strega, e tanti altri i riconoscimenti, per questa “penna” dedita, anche, al giornalismo. E’ editorialista della Stampa.
Con “La seconda mezzanotte”, pagine crude, condite da abbondante ed efficace violenza, Scurati, attraverso l’orrore di un imbarbarimento della razza umana, ha amplificato le storie, già barbare, che quotidianamente leggiamo sui giornali o ascoltiamo nei TG. Bambini venduti e brutalizzati, snuff movies, traffico di organi, persone ridotte in schiavitù, per sesso o per manovalanza non pagata, droga, delinquenza. Un elenco lunghissimo di fatti di cronaca riportati, sempre più, in maniera sintetica, denunciano, insieme alla storia, la nostra assuefazione al male. Lo stesso vale per le grandi tematiche ambientalistiche. Dal buco nell’ozono all’inquinamento, dallo sfruttamento scellerato delle risorse prime agli squilibri alimentari con <<un miliardo di obesi e cinque di denutriti>>.
Il lavoro di Scurati inizia con la “risposta”, annunciata, della natura a chi, fino ad allora, aveva cercato di dominarla: l’uomo. Un mostruoso tsunami, generato dallo scioglimento del ghiaccio perenne del Polo, segna la fine della sera occidentale. Modifica terre e clima. Politiche economiche e sociali. Il terzo millennio, per il genere umano, forse, sarà l’ultimo. La Nova Venezia descritta da Antonio Scurati è stata comprata e ricostruita, dai cinesi, così come altri luoghi del mondo, sottomessi a protettorati soffocati dalla violenza raziale. La città che per secoli, con la sua arte, aveva affascinato intere generazioni adesso è una piccola Las Vegas, un parco giochi dell’orrore per turisti danarosi assetati di sangue e dolore.
<<L’odio razziale – scrive l’autore – è la sola garanzia in oro dei grandi investimenti di questa era >>. E per la razza dominante la violenza rappresenta l’unica cosa reale.
Piazza S. Marco, trasformata in un nuovo Colosseo è il teatro, in mondovisione, che fa rivivere i combattimenti, all’ultimo sangue, dell’antica Roma. Veneziani, italiani europei e con loro tutti gli altri popoli sono considerati razze inferiori. Una volta colonizzate e annientate valgono meno degli animali, almeno loro possono riprodursi. Agli umani non cinesi è precluso anche il concepimento.
Nel futuro di Scurati la vita è un <<processo di distruzione>> dove la morte viene esorcizzata con la morte degli altri, dove il sangue guarisce la paura.
Un affresco apocalittico, quello aperto dallo scrittore. Sembra crederci veramente, fortunatamente non vi soggiace.
La vita nasce dalla vita e non dalla morte. I figli e i figli dei nostri figli potranno ancora voltarsi indietro.