Via Fruschelli e Via Pannilunghi delimitano, all’inizio del Viale Vittorio Veneto, uno spazio di verde pubblico, al cui centro anni fa fu trasferita, da Piazza Indipendenza, una bella statua su di un importante basamento, commemorativa della partecipazione dei senesi alle lotte risorgimentali per l’unità d’Italia.
Ne parla di passaggio Arrigo Pecchioli nel suo volume “Vecchia Città”, (pgg.63-64, La Croce del Travaglio, edizioni Il Campo di Siena, 1966): “Bisogna avvicinarsi da Piazza Indipendenza, ove, sotto l’antica torre dei Ballati, sta la Loggia di Archimede Vestri (1837) cui faceva rispetto il monumento marmoreo all’Italia Unita di Tito Sarrocchi (1879), oggi in S. Prospero…”
Il monumento sembra risentire negativamente dell’attuale collocazione marginale riservatagli. Lontano dagli occhi, lontano dal cuore!
Il nero ne ha conquistato buona parte della superficie. Le scritte, quasi del tutto stinte non consentono o rendono molto ostica la lettura della memoria, distribuita sui lati del basamento.
Cosa ci faccia qui questa opera, peraltro di Tito Sarrocchi, non è facile da capirsi.
Completamente decontestualizzata! Con tutti i discorsi che si fanno sulla memoria del nostro passato quale necessario presupposto della costruzione del futuro, come non avvertire una prova di ipocrisia o di leggerezza ignorante?
La statua chiede quasi di essere ricollocata in Piazza Indipendenza, nella “sua” piazza, nel “suo” contesto. Non è forse Siena la città del Buon Governo e dei mille richiami alle virtù civiche, oltre che a quelle teologali?
Oliviero Appolloni
Circolo Sena Civitas