Santa Maria della Scala, il 2025 è l’anno del dialogo e dei grandi nomi del panorama mondiale. E il binomio Leone – Valdambrini spicca il volo

Non sono tipi da 0 a 100 in 10 secondi ma il binomio Leone Valdambrini diventa potente trazione: una volta ingranata la marcia, ci sono velocità e grande tenuta di strada, ali per volare ma mai troppo in alto, perché la cera serve a mantenere i piedi saldi a terra. Ed ecco allora che la presentazione degli eventi 2025 al Santa Maria della Scala è un alternarsi di grandi nomi di fama mondiale ed eventi pronti a riportare il complesso museale senese all’altezza che gli spetta. Appuntamenti per ogni tipo di pubblico e per ogni età. Il primo grande evento sarà l’installazione Path to the Sky dell’artista internazionale Jacob Hashimoto. Le sue opere sono esposte in numerosi musei e fanno parte delle collezioni delle più importanti istituzioni culturali del mondo.

“Siamo orgogliosi che Jacob Hashimoto non solo abbia accettato di realizzare quella che sarà la sua più grande mostra italiana, ma abbia scelto di farlo a Siena. Ha visitato il Santa Maria della Scala, ha vissuto i suoi spazi e ha voluto celebrare la storia di questo luogo e delle persone che l’hanno attraversato. L’installazione, pensata appositamente per il Santa Maria, sarà un omaggio al sentimento di cura che ha animato questo luogo per un millennio, traducendosi in un sentiero che conduce verso il cielo”.

Da Hashimoto al Vecchietta, una mostra patrimoniale dedicato all’artista e al suo legame con Siena: “Curata da Giulio Dalvit, curatore della Frick Collection di New York, l’esposizione getterà luce su un artista fondamentale per il complesso museale, che ha dedicato quarant’anni della sua attività a questo luogo e che fu il primo in Occidente a immaginare la propria cappella funeraria, che verrà ricostituita per l’occasione”.

Gutta cavat lapidem: il presidente della Fondazione santa Maria della Scala Cristiano Leone, insieme al direttore Chiara Valdambrini si sentono come la goccia che scava la roccia? “Mi sento di poter dire che tutti gli sforzi immensi compiuti fino ad oggi stanno finalmente trovando una realizzazione concreta, e questo ci riempie di soddisfazione. Quando abbiamo iniziato, avevamo davanti a noi una grande opportunità, ma senza un filo conduttore che ci legasse al futuro più lontano. Abbiamo scelto la strada più complessa: costruire basi solide per riforme strutturali e durature. Emozionante vedere come le idee si traducano in azioni concrete, non solo per noi che siamo coinvolti nel processo, ma per tutti. Le grandi istituzioni culturali con cui collaboriamo sono consapevoli di questo percorso, ma ciò che ci sta più a cuore è che anche il pubblico possa comprendere il valore del lavoro che si sta facendo. È un impegno totalizzante, che richiede dedizione e spirito di squadra, perché qui non operiamo come singoli individui, ma come una comunità che mette le proprie competenze al servizio di un obiettivo comune, con onestà e senso di responsabilità. Sin dall’inizio abbiamo preferito non ignorare le difficoltà, ma analizzarle e risolverle. Questo è un luogo nato dalla trasformazione, e vorrei che diventasse un punto di riferimento mondiale per la riflessione sul rapporto tra benessere psicofisico e cultura. Un tempo, chi entrava qui cercava cura e guarigione, e oggi vorremmo che chiunque varchi questa soglia possa sentirsi accolto, ispirato e connesso con il passato e il futuro. Qui, ogni generazione ha lasciato il proprio segno: il nostro compito è onorare quel patrimonio, mentre costruiamo un nuovo capitolo per le generazioni a venire. Mi sento di poter dire che tutti gli sforzi immensi compiuti fino ad oggi stanno finalmente trovando una realizzazione concreta, e questo ci riempie di soddisfazione. Quando abbiamo iniziato, avevamo davanti a noi una grande opportunità, ma senza un filo conduttore che ci legasse al futuro più lontano. Abbiamo scelto la strada più complessa: costruire basi solide per riforme strutturali e durature. È emozionante vedere come le idee si traducano in azioni concrete, non solo per noi che siamo coinvolti nel processo, ma per tutti. Le grandi istituzioni culturali con cui collaboriamo sono consapevoli di questo percorso, ma ciò che ci sta più a cuore è che anche il pubblico possa comprendere il valore del lavoro che si sta facendo. È un impegno totalizzante, che richiede dedizione e spirito di squadra, perché qui non operiamo come singoli individui, ma come una comunità che mette le proprie competenze al servizio di un obiettivo comune, con onestà e senso di responsabilità”.

Contemporaneamente va avanti il dialogo con il ministro della cultura Alessandro Giuli per l’eventuale ingresso del Ministero all’interno della Fondazione Santa Maria della Scala:  “Il percorso si sviluppa su due binari: uno istituzionale, che coinvolge il Ministero, e uno tecnico, che si trova già in una fase avanzata, con l’ufficio competente al lavoro per rendere possibile l’ingresso del Ministero. Si tratta di un passaggio epocale, da costruire con attenzione, evitando decisioni affrettate e garantendo un risultato solido e lungimirante” ha commentato Leone. “È stato fatto un gran lavoro di revisione, correzione e trasformazione completa. Il testo è stato esaminato anche dal nostro studio legale e condiviso con il Comune. Ovviamente, come potete immaginare, queste non sono le uniche tappe che lo Statuto dovrà affrontare, considerando anche il dialogo con il Ministero” ha aggiunto il direttore Chiara Valdambrini.

“Il dialogo con il Ministero prosegue con tutte le lentezze burocratiche tipiche degli enti pubblici. Un possibile ingresso nel Ministero sarebbe un valore aggiunto, ma non è indispensabile per la vita e la programmazione del Santa Maria. Il percorso ha subito ritardi per motivi indipendenti dalla nostra volontà, come il cambio di Ministro, che ha comportato la necessità di riprendere le interlocuzioni. Tuttavia, questo non impedisce la realizzazione del nostro programma né la vitalità del Santa Maria” ha detto il sindaco Nicoletta Fabio che, intanto, esprime soddisfazione per l programmazione 2025: “Elemento significativo è l’internazionalità. Senza nulla togliere agli artisti e curatori locali, la programmazione affianca professionisti senesi di grande valore a figure di prestigio internazionale. Questi ultimi non arrivano con mostre preconfezionate, ma studiano il luogo, entrano in sintonia con esso e creano opere specifiche per il Santa Maria. Questo è l’elemento più importante, particolarmente evidente nella mostra di Jacob Hashimoto”

 

Intanto, tornando alla programmazione 2025,  prende il via l’anno del dialogo, come lo ha definito Leone ha detto Cristiano Leone -, in cui ogni iniziativa è stata concepita come un punto di incontro tra passato e presente, tra il visibile e il nascosto, tra ciò che è patrimonio e ciò che, in quanto creazione di oggi, sarà il patrimonio di domani. Grazie al programma creato – prosegue Leone -, nel 2025 Santa Maria della Scala si configura come un laboratorio vivo di dialoghi tra epoche, linguaggi e sensibilità; abbiamo voluto sviluppare l’intero palinsesto intorno a due assi fondamentali: il dialogo tra patrimonio storico e creazione contemporanea, e la valorizzazione dei tesori custoditi nel complesso museale”.
Nel cuore di un luogo che porta con sé un millennio di storia e dedizione alla cura e all’accoglienza, non può che essere insita una naturale propensione al dialogo, reso oggi ancora più forte attraverso la programmazione 2025 – chiosa il direttore Chiara Valdambrini. Ogni istallazione, evento, mostra – prosegue – diventerà eloquente testimone del tempo unendo le generazioni in un’unica, vibrante narrazione che arricchirà il Santa Maria della Scala nella sua metamorfosi verso il futuro.

Tra gli eventi espositivi principali, in ordine cronologico, una grande mostra dedicata all’artista Primarosa Cesarini Sforza (15 febbraio – 8 giugno 2025) che dal 1969 svolge una vasta attività espositiva internazionale; il progetto espositivo Out of the box (con tre tappe: 28 febbraio – giugno 2025; giugno – settembre 2025; ottobre – dicembre 2025) che vedrà valorizzare il patrimonio del complesso museale, portando alla luce tesori nascosti attraverso combinazioni inattese; Parole in cammino (10 – 13 aprile 2025), il Festival dell’italiano e delle lingue d’Italia in collaborazione con il Comune di Siena; la straordinaria installazione di Jacob Hashimoto, Path to the Sky (22 maggio – 28 settembre 2025), che sarà realizzata appositamente per il Santa Maria della Scala; la mostra dedicata alla collezione di Francesco Carone dal titolo Le montagne. Il Golgota (11 giugno – 31 agosto 2025); la mostra personale di Gianluca Codeghini (9 luglio – 28 settembre 2025) in collaborazione con l’Accademia Musicale Chigiana; il progetto espositivo sul Vecchietta (ottobre 2025 – marzo 2026), curato da Giulio Dalvit curatore associato della The Frick Collection di New York; la quinta edizione di Siena comics for kids, Festival del fumetto per ragazzi (3 – 5 ottobre 2025); il Festival di Fotografia, Archivi aperti (ottobre 2025) e infine la seconda edizione di Xenos (13 – 16 novembre 2025) che torna a Siena dopo il successo dello scorso anno.

E, per valorizzare un percorso durante il Giubileo, la collezione di Francesco Carone, artista senese, costituita da circa quaranta rappresentazioni del Golgota, la montagna sacra dell’occidente cristiano che troverà spazio nella Sala San Galgano, dove i Golgota verranno esposti sugli antichi comodini, instaurando un profondo dialogo con la storia del luogo e con i capolavori pittorici presenti. Questo, unitamente a visite guidate specifiche al Santa Maria della Scala, in particolare alle tante e preziose reliquie che si trovano nella Sagrestia vecchia ma che potrebbero venire spostate in uno spazio diverso per fruirne al meglio.

Katiuscia Vaselli