Risalendo via di Monna Agnese, dopo via delle Campane si incontra via del Poggio, che dopo aver incrociato via del Castoro, sfocia nella via del Capitano. Questa denominazione è già attestata nello stradario approvato in via definitiva con deliberazione del Consiglio Comunale n. 221 del 27 maggio 1871. Invece nello stradario stampato nel 1861 si legge che “a sinistra di detta costa [di San Niccolò in sasso, oggi via di Monna Agnese] presso le così dette Scuole Regie di S. Niccolò in sasso, già spedaletto di Madonna Agnesa” si trova “la via del piano di S. Maria, o del poggio, che passando per la piazza Manetti, o delle Scuole Regie, traversa il vicolo del Castoro, e sbocca in via del Capitano”.
Via del Poggio, quindi, in passato era chiamata anche del piano di Santa Maria, rappresentando un percorso alternativo, e senz’altro meno faticoso rispetto alla cosiddetta piaggia della Morte, per giungere, attraverso via del Castoro, nella piazza oggi dedicata a Jacopo della Quercia, ossia all’antico “planum Sancte Marie” (appunto il piano di Santa Maria), dove si costruì la cattedrale senese.
Forse proprio questo antico nome aiuta a spiegare quello attuale, di non semplice decifrazione, considerato che la nostra strada, ad eccezione del tratto più prossimo a Monna Agnese, in discreta ascesa, diventa poi comodamente pianeggiante. La via, infatti, gira attorno ad un lato del “poggio di Santa Maria”, denominazione anch’essa, così come quella di “piano di S. Maria”, che questa altura piuttosto pronunciata assunse quando la chiesa vescovile fu intitolata alla Vergine. E’, quindi, verosimile che in origine si chiamasse via del Poggio di Santa Maria, poi abbreviata in un più semplice via del Poggio.
Lungo una buona parte della strada sorge l’edificio che in antico ospitava l’ospedale di Monna Agnese, riunito a fine Settecento dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo con il Santa Maria della Scala. Così nel 1783, una volta svuotato l’enorme complesso, al suo interno fu istituita una scuola di istruzione per le figlie degli artieri, le “Scuole Regie” a cui fa riferimento il succitato stradario del 1861. Passata da varie riforme, la scuola ha mantenuto la sua natura di istituto professionale femminile fino gli anni Settanta del Novecento, quando si è “aperto” anche ai ragazzi, assumendo nel dopoguerra lo storico nome di “Monna Agnese” in ricordo della sua originaria destinazione.
Maura Martellucci
Roberto Cresti
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