In via di Pescheria venivano poste le vasche per conservare il pesce destinato al mercato, trasferitosi da Piazza del Campo a Salicotto già nel 1589.
Via di Pescheria unisce via di Salicotto con Piazza del Mercato. L’odierna denominazione di via di Pescheria (in passato questo passaggio era denominato anche vicolo del Trapasso e vicolo della Prigione) è sancita solo dallo stradario del 1931 quando i venditori di pesce si erano ormai spostati dalla loro originaria posizione lungo Malcucinato (oggi via di Salicotto), che ancora lo stradario del 1789 chiama anche via di Pescheria.
In origine i rivenditori di pesce avevano come postazione fissa una porzione del “Campus fori” (oggi Piazza del Campo) davanti alla cosiddetta baratteria, la bisca pubblica; questa era situata sotto il futuro palazzo della Mercanzia.
Il Comune, che affittava a braccia lo spazio del mercato proprio dai banchi dei pescivendoli aveva l’introito più redditizio come attesta un documento del 1296: ben 435 lire l’anno. Nel 1343 l’inaugurazione della fonte Gaia indusse ad avvicinare i banchi a ridosso della stessa: il cronista Tommaso Fecini racconta che nel 1434 i pesci si conservavano ai piedi della fonte, nell’acqua che traboccava da questa.
Con il tempo, però, il sovraffollamento del Campo, punto focale della vendita di qualunque tipo di mercanzia e ormai vero e proprio bazar, consigliò un decentramento dei punti di smercio, almeno di alcuni prodotti, nelle zone adiacenti la piazza e anche i pescivendoli traslocarono lungo via di Malcucinato. Questo attesta anche una epigrafe (PESCE DI FIUME. A.D. MDLXXXVIIII) ancora affissa sul fianco del Palazzo Comunale, la quale indicando il luogo in cui si vendeva il pesce certifica che lo spostamento era già avvenuto almeno nel 1589. Essendo il mare lontano si poteva commerciare solo pesce fresco proveniente dai fiumi Merse, Arbia e Ombrone. Il pesce era conservato in vasche poste proprio in quella che ancora oggi si chiama via di Pescheria.
Maura Martellucci
Roberto Cresti