I presupposti non sono cambiati ma il panorama sì, e ridisegna la geografia della multiutility toscana: i cda di Intesa e di Alia hanno già approvato, e dato mandato ai rispettivi presidenti, di perfezionare gli ultimi dettagli affinché l’accordo di cessione del 25% di Estra ad Alia sia concluso dopo l’approvazione dei sindaci in assemblea entro il 31 dicembre e quindi formalmente attivo dal 1 gennaio 2025.
Il quadro è questo e non dovrebbero esserci novità, dal momento che in questi mesi è stato fatto un lungo e accurato lavoro che è partito dal fronte comune dei sindaci del territorio (34 di essi sono nel cda, che conta un totale di 48 comuni della Toscana del sud, ndr) e che riporta in un attimo Siena al centro dell’attenzione rispetto ad altri territori: un’operazione che a dirla tutta, riposiziona il territorio sullo stesso piano di dialogo con la politica regionale.
Naturalmente, nel perfezionamento della lettera di intenti è previsto in primis il passaggio dinanzi all’assemblea e di lì gli ulteriori accordi definitivi subordinati alla due diligence di Alia. E i presupposti sono rimasti gli stessi riportati in quella prima lettera che Intesa aveva scritto ad Estra lo scorso settembre: una sede operativa nel territorio di Siena, tutele per il personale e per le nuove assunzioni, mantenimento della redditività nel progetto e mantenimento del livello degli investimenti per il territorio. C’è di più: due consiglieri e un sindaco revisore dentro alla governance di Alia, e per gli investimenti si parla di 150 milioni di euro per la transizione energetica, fuori tariffa. Il che significa che non si tratta di costi che ricadranno nelle bollette degli utenti ma saranno letteralmente investimento dell’azienda.
Un’operazione che, se troverà conferma come sembra, avrà ottenuto lo scopo di rimettere al centro i sindaci che lavorano per gli interessi del territorio. Finalmente.
Katiuscia Vaselli