“L’ingresso nella Multiutility, senza rispetto delle condizioni, non s’ha da fare”: Intesa scrive a Estra

Il tono non è proprio così perentorio ma dubbi da chiarire ci sono, secondo Intesa, tanto che sta per partire una lettera indirizzata a Estra nella quale  si chiederanno delucidazioni.

Il vaso di Pandora è stato scoperchiato ieri, in un intervento a firma dei consiglieri comunali Gianluca Marzucchi e Adriano Tortorelli e oggi fa eco il presidente di Intesa, Andrea Rossi.

La conditio sine qua non si riassume in quattro punti: un centro operativo nel territorio di Siena, tutele per il personale e per le nuove assunzioni, mantenimento della redditività nel progetto e mantenimento del livello  degli investimenti per il territorio.

Una posizione questa su cui è d’accordo tutto il cda della società che detiene il 25% di Estra e di cui fanno parte, lo ricordiamo, 48 comuni della Toscana del Sud (34 sono senesi ndr.).

“Intendiamo chiarire se c’è il rischio che possa essere sminuito il nostro valore dentro quest’azienda o se si rischiano ripercussioni negative nei servizi per il territorio”, continua Rossi.

Rossi però ha letto alcune situazioni del dossier come “distoniche”, per cui intende porre subito dei chiari paletti: Siena non deve essere marginalizzata anche se conta meno residenti rispetto a Firenze, Prato e Pistoia.

“L’obiettivo nostro sarà mettere i sindaci che sono i nostri soci in condizione di avere la scelta più funzionale e adeguata per i loro territori”, continua

Per ora non sono state prese in considerazione ipotesi di fare un passo indietro, anche se il  presidente non ha scartato completamente questa possibilità: “Vedremo le opzioni che saranno messe sul tavolo – spiega -. Intendiamo fare decidere ai nostri soci la posizione migliore per Intesa e per il futuro di Estra”. E, chiosa, l’analisi approfondita va fatta per il bene del territorio e tenendo lontana la politica.

 

Katiuscia Vaselli