Nonostante tutto ciò che è cambiato in questi ultimi anni, quale volto assume oggi la casa, luogo del cuore per eccellenza, espressione di rifugio e sicurezza, meta da raggiungere durante l’esistenza?
Lo indaga il Secondo Rapporto “La casa nonostante tutto”, a cura di Censis- Federproprietà.
Ciò che è cambiato rispetto a ieri è condizionato, di certo, dal contesto economico attuale, complesso ed incerto, a partire dai cambiamenti di forte impatto del 2022: inflazione significativa e maggiore onerosità dei finanziamenti pesano sulla gestione del bilancio familiare e potrebbero condizionare i progetti già pianificati, o raffreddare quelli nuovi.
Ed è proprio questo contesto non semplice a mettere in luce che l’aspetto dell’accessibilità e del mantenimento di un immobile, è diventato più difficile per quasi il 60% degli aspiranti proprietari, a causa dei crescenti costi di gestione e delle tasse, a cui si aggiungono, in prospettiva, ulteriori oneri da sostenere per l’efficientamento energetico, in applicazione della Direttiva Case Green. Preoccupazione che accomuna quasi all’unanimità gli italiani, che concordano sulla necessità di interventi da parte dello Stato, in forma di detrazioni e altre misure di sostegno, per affrontare le richieste della Direttiva comunitaria.
Così emerge che, nonostante per l’83,2% la proprietà della casa in cui si vive rappresenti ancora un elemento di sicurezza e stabilità, per il 75%, i costi da sostenere per il mantenimento, iniziano a pesare.
Le motivazioni più importanti per le quali si acquista un immobile sono legate in primo luogo al bisogno essenziale di abitare, tanto che, a conti fatti, nel lungo periodo i canoni di affitto diventano una spesa inefficiente; in secondo luogo, però, la casa, da sempre viene considerata una riserva di valore, da trasformare in rendita per la gestione del tenore di vita, ma anche da tramandare dopo di noi, alle persone care. Soprattutto figli e nipoti.
Nel Rapporto, la convinzione che la casa sia un investimento sicuro, appartiene al 69,1% degli intervistati. Mentre, è il 50% dei proprietari che esprime la volontà di lasciare in eredità la propria casa ai figli o ai nipoti, motivazione talmente importante da dichiarare di non volerla vendere per nessun motivo.
La casa rimane, quindi, un elemento fortemente identitario, ed è così per il 78,4% degli Italiani; lo è per molti di noi, anche per me. La nostra casa esprime noi stessi e la nostra personalità.
Ma l’aspetto dei costi e la non chiarezza di quelli che peseranno domani per l’eventuale obbligatorio efficientamento energetico comunitario, aprono il tema importante, riportato nel Rapporto citato delle persone a rischio di povertà proprietarie della propria abitazione. Sono il 60,8%, che, pur non avendo il carico del mutuo, in uno scenario di costi crescenti, sono a rischio.
La casa è fonte di sicurezza e va protetta. Va salvaguardata per il benessere delle persone e delle famiglie perché assume un ruolo sociale. Tra il 2021 e il 2022 a causa dell’inflazione, la voce abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili è incrementata del 35%. Una spirale pericolosa da correggere.
Per salvaguardare un desiderio, quello di essere proprietari, che ancora resta nel cuore degli Italiani.
Maria Luisa Visione