Di seguito una sintesi dei principali contenuti:
Ø Come nelle attese, nella riunione odierna, la Bce ha alzato il tasso di riferimento di 25 bps portandolo all’1,50% con decisione all’unanimità. Trichet, in conferenza stampa, ha evidenziato che i rischi sui prezzi sono al rialzo e che la politica monetaria rimane accomodante, mentre il mandato della Bce resta la stabilità dei prezzi di medio periodo e con essa il mantenimento della fiducia in area Euro. Tuttavia il capo della BCE non lascia intendere l’inizio di una fase di rialzi consecutivi, anche perché, sebbene l’economia dell’Area si trovi in un “momento” positivo, nel secondo trimestre la crescita dovrebbe aver rallentato in un contesto di “elevata incertezza”. Trichet ha ribadito con forza di voler evitare qualsiasi credit event ellenico, e ha aggiunto che i bond portoghesi saranno accettati dalla Bce nelle aste di rifinanziamento come collateral malgrado la recente decisione di Moody’s. L’ipotesi di un tasso di riferimento all’1,50% a fine 2011 è ancora realistica. Nonostante non si escluda la possibilità di una nuova manovra sui tassi da 25bps in autunno, il cambio al vertice dell’Eurotower potrebbe posticipare ulteriori rialzi sui tassi all’inizio 2012.
Ø Nonostante il dato finale sulla crescita USA nel I trim. 2011 sia stato rivisto al rialzo (a 1,9% t/t annualizzato da +1,8% anticipato), Bernanke abbassa le stime di crescita, sottolineando che la ripresa sarà più lenta del previsto e la politica monetaria rimarrà accomodante “per lungo tempo”. Tuttavia i dati produttivi di maggio segnalano una stabilizzazione, ed alcuni leading indicators di giugno puntano verso un leggero miglioramento economico per la seconda parte dell’anno. A maggio giungono inoltre alcuni segnali incoraggianti dal mercato immobiliare (nonostante il continuo calo dei prezzi degli immobili); ma disoccupazione elevata e crescenti tensioni sui prezzi (+3,6% a/a per il CPI di maggio) costituiscono fattori di incertezza. Entro agosto inoltre dovrà essere necessariamente raggiunto l’accordo sull’innalzamento del tetto sul deficit federale, per scongiurare il rischio che il rating USA venga posto in “restricted default”.
Ø Si consolida la crescita in Area Euro (+2,5% a/a il Pil nel I trim. 2011), anche se in Germania la PI di maggio rallenta e lo Zew di giugno torna in negativo dopo oltre due anni. Oltre alla debolezza dei consumi, l’elevata inflazione (+2,7% a/a a giugno), le tensioni occupazionali preoccupa soprattutto la crisi del debito: l’approvazione da parte del governo ellenico della manovra da €78Mld, ed il conseguente via libera da parte dei ministri finanziari UE alla tranche da €12Mld in favore di Atene, non stabilizza i mercati (gli spread vs bund 10Y dei periferici toccano nuovi massimi). Il probabile slittamento a settembre del nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia (altri €110Mld), i moniti delle agenzie di rating che potrebbero considerare “default” il rollover volontario sul debito greco proposto da istituzioni francesi e tedesche, ed il downgrading del debito portoghese a junk da parte di Moody’s, con Lisbona che potrebbe richiedere nuovi fondi di emergenza, gettano “ombre” sulla crescita dell’Area.
Ø Confermata la decelerazione in atto per l’economia italiana (all’1% a/a il Pil nel I trimestre 2011, dall’1,5% del trim. precedente) ed i dati produttivi evidenziano la prosecuzione di un trend di crescita piuttosto flat intorno questi valori per il proseguo dell’anno (ci attendiamo un Pil italiano allo 0,9% nel 2011). Anche Prometeia oggi ha presentato stime di crescita sostanzialmente invariate nei prossimi 4 anni: 0,9% nel 2011 che nel 2012, 0,8% nel 2013 e 1% nel 2014. I principali indicatori anticipatori di giugno prefigurano prospettive incerte per il futuro, mentre l’inflazione rimane elevata (2,7%), sui massimi da novembre 2008, mentre la disoccupazione torna ad avanzare a maggio; sorprendentemente positive invece le vendite al dettaglio di aprile. Il tema dei conti pubblici è il vero market mover con i mercati che si concentrano sull’approvazione della manovra finanziaria da circa €68Mld che consentirà al Governo italiano di raggiungere l’obiettivo di pareggio del deficit nel 2014: 2Mld sul 2011, 6Mld nel 2012, 20Mld nel 2013 e 40Mld nel 2014, finanziati per gran parte con tagli alle spese. L’impatto della manovra complessiva sarà di circa il 4% del Pil.
Ø L’analisi dei dati relativi a vendite al dettaglio, export e produzione industriale ad aprile e maggio conferma l’atteso rallentamento “ordinato” delle economie emergenti (EE) nel 2Q2011, che peraltro sembra già scontato nelle curve dei rendimenti dei bond sovrani.