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Dai bidoni in acciaio un fiume di latte ha inondato le strade (dissestate) di Radicofani e la bandiera dei quattro mori ha sventolato sotto un cielo pumbleo, all’ombra della fortezza tanto cara a Ghino di Tacco. Â
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 Un gesto di protesta avvenuto durante il passaggio dei piloti del Rally della Val d’Orcia e che ha intercettato la solidarietà di un buon numero di pastori.  Il lavoro deve essere remunerato e ad oggi il prezzo del latte prodotto in Italia non soddisfa gli allevatori. Per i manifestanti il gesto eclatante di domenica, quello cioè di gettare il latte sull’asfalto, è un modo estremo per chiedere quello che secondo i pastori è un atto dovuto, ovvero maggiori garanzie per gli allevatori. “Il problema della bassa remunerazione del prezzo del latte prodotto in Italia da noi allevatori va avanti da anni – dicono con voce dura e arrabbiata i manifestanti – Noi oggi, per solidarietà alle proteste che stanno avvenendo in Sardegna, siamo qui, a Radicofani, per chiedere un atto dovuto da parte di chi deve affiancarci e aiutarci”.Â
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La protesta dei pastori sardi, che lamentano un prezzo troppo basso per il latte ovino e caprino ha trovato a Radicofani – sulla scia delle grandi proteste partite proprio dalla Sardegna – , nel bel mezzo della Val d’Orcia, una cassa di risonanza importante tanto che nella giornata di domenica alcuni pastori del borgo senese hanno gettato sull’asfalto litri e litri di latte. Immediate le parole dei manifestazioni: “Si è trattato di un gesto di solidarietà nei confronti dei colleghi sardi” e al sentimento di solidarietà si è sommato quello di rabbia, forte e chiaro, nei confronti di un mercato considerato nemico a tutta la categoria degli allevatori.Â
Tra i tanti manifestanti anche Elenora Puggioninu, origini sarde ma che è nata e cresciuta sull’Amiata e che oggi è proprietaria di un noto caseificio amiatino (la ringraziamo, tra l’altro, per le foto). “Il latte è la nostra cultura. la nostra tradizione – spiega – . Con la mia famiglia siamo andati Radicofani a lottare per il nostro futuro e il futuro dei nostri figli che speriamo possano portare avanti la nostra storia dignitosamente e ad amare con soddisfazione e passione la nostra terra. Facciamo capire al mondo intero quanto il nostro lavoro per quanto umile sia fondamentale forza”.Â
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Il lavoro deve essere sostenibile e oggi il mestiere del pastore è sempre più in bilico, minacciato e da un mercato che non incontra la remunerazione desiderata dagli allevatori e dalla minaccia dei predatori, sempre più pericolosa.
Nicola Ciuffoletti
Foto:
Elenora Puggioninu e Facebook