Come angeli custodi: i radioamatori e l’esperienza del terremoto

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L’esperienza del terremoto ha segnato anche la vita dei volontari dell’associazione Radioamatori e CB il Palio. Come racconta il presidente Giovanni Antonio Sanna.

“La mattina del 24 agosto, stranamente sveglio, sento le pareti tremare. Penso a una delle solite piccole scosse in zona. Non era così, purtroppo. Poco dopo ecco la chiamata radio, si mettono in moto i sistemi di allerta nazionale. L’incubo dell’Abruzzo si era materializzato di nuovo”. Nessuno dei nostri connazionali potrà mai dimenticare le terribili scosse iniziate quel maledetto 24 agosto, che hanno raso al suolo edifici e paesi e distrutto la vita di intere famiglie. Giovanni Antonio Sanna viene allertato dalla protezione civile e, in un batter d’occhio, ecco che da Siena parte una squadra di volontari, quelli dell’associazione Radioamatori e CB il Palio. Giovanni, da bravo presidente, si mette alla ricerca di più personale possibile. “Una volta – continua Giovanni – organizzata la parte della radiocomunicazione e della logistica, partiamo. Una volta arrivati, ci viene chiesto di mandare da Siena altro personale, qualcuno capace di cucinare per garantire un pasto caldo ai terremotati. Chiamo i miei uomini, «che facciamo?», gli chiedo. «Che domande, si parte!», mi rispondono con fermezza, e questa risposta vi dice tutto sullo spirito dei nostri volontari. Così si crea una squadra in comune con i colleghi di Radio Amiata Est, veri e motivatissimi capofila delle missioni Fircb della provincia di Siena, e pronti a partire. Volontari coraggiosi, si, ma non è stato tutto rose e fiori…”.

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Senza comunicazione non può esserci soccorso, come la storia di Giovanni ci insegna. Il sistema della protezione civile è da sempre un settore fondamentale per la vita delle nostre comunità. La buona funzionalità dei sistemi di comunicazione in situazioni di emergenza, di trasmissione ed informazione, costituisce la piattaforma organizzativa sulla quale costruire un efficace apparato di sicurezza locale. Con l’avvento della telefonia mobile, internet, la trasmissione dati in digitale, molti hanno ritenuto che la radio fosse uno strumento obsoleto. “L’esperienza ha dimostrato che non è così”, continua Giovanni, “e con la nostra associazione abbiamo partecipato anche a tante manifestazioni pubbliche, oltre a rispondere agli sos delle vicine Umbria e Marche”.

Chi siete e cosa fa la vostra associazione?

“Era il 1984 quando dieci amici appassionati di radiocomunicazioni decidono di costituire l’ associazione e di  iscriversi alla FIRCB (federazione italiana ricetrasmissioni). Da allora ad oggi c’è stato un continuo evolversi di attività e di partecipazione di tante persone agli eventi sociali e promossi dalla protezione civile nel difficile ruolo di garantire collegamenti radio alternativi alle linee tradizionali. Il modus operandi si e’ evoluto nel tempo sfruttando le nuove tecnologie , internet , wi-fi ed i social network in ausilio alla gestione ordinaria e di emergenza. I sistemi di comunicazione più evoluti e tecnologici sono anche i più vulnerabili perché necessitano di supporti fissi sul territorio per veicolare le trasmissioni. I sistemi di comunicazione radio invece godono di una certa autosufficienza e risultano così più funzionali ed immediati e soprattutto non risentono di condizionamenti dovuti ai comportamenti collettivi della popolazione. La conseguenza più immediata agli eventi calamitosi di una certa gravità è la repentina interruzione di tutti i sistemi di telecomunicazioni classici (telefono, fax, internet…). Ciò ostacola gravemente quella che è la fase più delicata dell’emergenza, cioè l’accertamento del tipo di sinistro, la sua gravità e il suo ambito territoriale. Quindi quando spesso c’è segnale ma non c’è linea, succede che non ci sono canali disponibili per la comunicazione. È un fenomeno che si verifica ad esempio durante manifestazioni, concerti, calamità naturali o semplicemente in alcune località turistiche sovraffollate solo in brevi periodi dell’anno. Come durante i giorni del Palio”.

Durante i giorni di Palio, che ruolo hanno le radiocomunicazioni di emergenza?

“Il ruolo più importante ricoperto è quello della partecipazione al meccanismo del servizio di sicurezza del palio di Luglio e di Agosto. Supportiamo costantemente l’amministrazione comunale, le forze dell’ ordine ed il servizio 118 e sanitario con gli operatori radio che affiancano il personale per garantire collegamenti radio sul terreno, supplementari alle comunicazioni istituzionali, con i nostri operatori a fare da angeli custodi. Il nostro compito è quello di potenziare i collegamenti radiomobili per i mezzi sanitari con una o più maglie radio coordinate dalla centrale 118, dalla sala operativa  dei Vigili Urbani e da Cuc in Pizza del Campo. Tutto questo con una trentina di volontari”.

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Quali sono state le occasioni in cui siete intervenuti nel 2016?

“Altra occasione di grande impegno sono le attività di coordinamento e supporto nelle grandi manifestazioni sportive e vari eventi sul territorio: Terre di Siena Ultramarathon, Strade Bianche Pro e Granfondo, Eroica Classica Gaiole,Ecomaratona del Chianti ed altre minori, dove e’ richiesto il supporto radio da integrare ai vari rami della organizzazione. Naturalmente l’associazione ha partecipato anche a quasi tutte le emergenze nazionali, comprese, come vi spiegavo prima, le ultime del terremoto nelle Marche, in Umbria e nel Lazio. Ci siamo distinti per capacità e abnegazione, anche in caso di assistenza alla popolazione. Siamo una squadra che fa davvero la differenza. Da non sottovalutare è anche l’attività interna, che riesce a mantenere la struttura come sodalizio e mettere sempre la persona al centro della comunità. Perché, per una corretta comunicazione, è fondamentale il ruolo dei cittadini, il loro sostegno, ma anche quello del volontariato, indispensabile all’interno del sistema regionale e nazionale della Protezione civile”.

Continui il racconto delle operazioni di salvataggio durante il terremoto…

“Certo. I nostri volontari sono partiti con tanto entusiasmo e tanta volontà di rendersi utili. Ma tra l’essere utile e diventare un peso, in queste situazioni, il confine è davvero fragile. Dai report abbiamo appurato che alcuni non hanno retto la situazione, altri sono andati in crisi, altri ancora non avevamo mai partecipato a emergenze di questo tipo. Ecco che l’esperienza di chi già conosce come affrontare una situazione simile, diventa preziosa. Ma nei volontari scatta qualcosa, in quelle situazioni, l’adrenalina va alle stelle e non ti lascia più fino a quando il tuo turno non sarà finito, e ti seguirà nei giorni successivi, come un’ombra fedele, fino a quando non tornerai ad una vita “normale”. I ragazzi della nostra provincia sono andati a fare cucina da campo, un’esperienza nuova, che va oltre le radiocomunicazioni. Hanno preparato più di mille pasti al giorno, stando in piedi per dodici ore di fila, per oltre una settimana. Quando sono tornati però, dentro di loro qualcosa era cambiato. Di fronte a tanto dramma, per loro era automatico fare quello che stavano facendo, senza pensare al freddo o alla stanchezza. Questo è il valore del volontariato. Voglio ringraziare i miei ragazzi, i volontari di RadioAmiata Est e tutti gli altri. Siamo orgogliosi di voi”.

Michela Piccini