La violenza, un fenomeno che non risparmia nessuno, si insinua nella società, travolgendo giovani e adulti, ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, non conosce confini, si manifesta in molteplici forme e ha radici profonde nella psiche umana.
Attraverso un’analisi approfondita delle emozioni primarie e dei meccanismi che portano all’aggressione, possiamo provare a comprendere meglio questo fenomeno e trovare strategie per prevenirlo e gestirlo.
Prima di addentrarci nell’analisi delle passioni violente, è importante considerare i contesti sociali e culturali in cui queste si manifestano. La violenza non è un fenomeno isolato, ma è intimamente legata alle dinamiche sociali, economiche e culturali di una comunità. Ad esempio, in contesti segnati dalla disuguaglianza, la violenza può essere alimentata dalla frustrazione e dalla mancanza di prospettive. Allo stesso modo, in ambienti in cui la cultura dell’odio e dell’intolleranza è diffusa, la violenza può manifestarsi sotto forma di discriminazione, bullismo o crimini d’odio.
Le emozioni primarie – dolore, paura, piacere, rabbia – sono al centro del nostro vissuto emotivo e svolgono un ruolo cruciale nella percezione di noi stessi, degli altri e del mondo. Tuttavia, quando queste emozioni vengono distorte o non cavalcate adeguatamente, possono travolgerci e portare a comportamenti violenti e distruttivi. Ad esempio, la rabbia non controllata può sfociare in atti di violenza fisica, mentre la paura irrazionale può portare all’aggressione nei confronti di individui o gruppi considerati minacciosi.
Per comprendere appieno il fenomeno delle passioni violente, è necessario analizzarle da diverse prospettive disciplinari. In questo contesto, ci concentreremo su tre ambiti specifici: la giurisprudenza, la criminologia e la psicologia. Ogni disciplina offre un contributo unico alla nostra comprensione della violenza e delle sue radici e solo integrando queste prospettive possiamo sperare di sviluppare strategie efficaci per contrastarla.
Il sistema giuridico è chiamato a gestire i casi di violenza e a garantire giustizia per le vittime. Tuttavia, la giustizia penale da sola non è sufficiente a risolvere il problema della violenza. È importante considerare anche le cause profonde che portano all’aggressione e cercare di intervenire preventivamente per evitare che si verifichino nuovi episodi. La criminologia si occupa dello studio scientifico del crimine e delle sue cause. Attraverso l’analisi dei fattori biologici, psicologici, sociali ed economici che influenzano il comportamento criminale, la criminologia cerca di individuare i fattori di rischio e le vulnerabilità che possono predisporre un individuo alla violenza. La psicologia offre preziose intuizioni sulle dinamiche emotive e percettive che possono portare all’aggressione. Attraverso lo studio dei processi mentali coinvolti nella percezione e nella gestione delle emozioni, la psicologia ci aiuta a comprendere come alcune persone reagiscono con violenza in determinate situazioni. Inoltre, la psicologia clinica e la psicoterapia possono offrire supporto alle persone che lottano con problemi emotivi o comportamentali, aiutandole a sviluppare strategie più efficaci per affrontare le proprie emozioni e relazioni.
La violenza è un fenomeno complesso e multifattoriale, che richiede un’approccio integrato e multidisciplinare per essere affrontato in modo efficace. Attraverso l’analisi delle passioni violente da diverse prospettive disciplinari, possiamo sperare di comprendere meglio le radici e le dinamiche di questo fenomeno e sviluppare strategie più efficaci per prevenirlo e gestirlo. Solo attraverso un impegno collettivo e coordinato possiamo sperare di costruire una società più pacifica, giusta e solidale per tutti i suoi membri.
È questo l’obiettivo degli incontri “Passioni violente. Narrare, comprendere e gestire le emozioni”, che si terranno il 28 marzo e l’11 aprile a Palazzo Patrizi, via di Città 75, dalle 17 alle 19, con ingresso libero. Cinque esperti provenienti da diverse discipline e settori professionali si confronteranno su questo tema: Silvia Benetti (magistrato), Silvio Ciappi (criminologo e psicopatologo clinico), Jacopo Grisolaghi (psicologo, psicoterapeuta e sessuologo), Francesco Ricci (docente e saggista) e Massimo Rossi (avvocato penalista cassazionista). Ogni incontro offrirà l’opportunità al pubblico di interagire e porre domande agli esperti, che si alterneranno nel discutere e approfondire il tema.
Dott. Jacopo Grisolaghi
Psicologo, Psicoterapeuta e Ricercatore del Centro di Terapia Strategica
www.jacopogrisolaghi.com
IG @dr.jacopo.grisolaghi
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