Di questo “strano” e probabilmente unico evento meteorologico accaduto 300 anni fa sul monte Amiata lo si apprende dagli scritti dei frati Benedettini che all’epoca oltre a vivere nel convento di Abbadia San Salvatore erano dislocati in vari eremi sul monte Amiata, come ad esempio all’Ermeta, a Vivo d’Orcia vicino alle sorgenti e nelle zone di Piancastagniaio e di Castell’Azzara. Iniziò tutto con una forte pioggia caduta nella tarda serata del giorno 10 accompagnata da tuoni e lampi. Le sorgenti dell’acqua Forte e dell’Ermeta in breve tempo “straboccarono” dai bassi argini e tutti i ruscelli della zona Badenga e Pianese esondarono creando problemi ai conventi e all’abbazia.
Il mal tempo non dava pausa ma anzi, si alzarono forti venti molto freddi e poco prima dell’alba si scatenò sulla montagna un violentissimo temporale con la temperatura che di colpo andò in picchiata come se invece di essere a luglio si fosse in inverno. Nelle prime ore della mattina si scatenò una vera e propria bufera di neve.
All’ora di pranzo ancora continuava a fioccare con forte intensità e dalla vetta fino al convento dell’Ermeta (che si trovava a circa 1150 mt) era diventato tutto bianco. Un piccolo gruppetto di frati tentò di salire verso la vetta per portare delle coperte a 12 loro compagni in preghiera ma in prossimità dell’attuale secondo rifugio furono costretti a tornare in dietro a causa della tanta neve caduta.
La nevicata continuò con forte intensità fino a tutto il pomeriggio e la sera del giorno 11 quando scese di quota e arrivò a imbiancare fino ai paesi di Abbadia San Salvatore, Santa Fiora, Vivo d’Orcia, e Piancastagnaio.
La mattina del 12 luglio in vetta al Monte Amiata la neve misurata dai Frati rimasti in vetta raggiunse l’altezza di “mezza pertica” ovvero, circa 125 cm. Un dato davvero incredibile se si pensa che fu registrato in un solo giorno.
I danni non furono solo legati alla neve estiva che rovinò le coltivazioni e gli alberi fogliati ma furono legate sopra tutto al repentino scioglimento della neve che il giorno 13 con le temperature estive che tornarono nei valori normali andò velocemente sciogliendosi creando nelle valli del Paglia, del Vivo, del Fiora e dell’Albegna delle vere e proprie inondazioni lampo che devastarono i campi dei contadini e uccisero molti animali da bestiame.
Ruffoli Gabriele
Associazione Meteorologica Senese
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