Il ritorno dall’Assemblea Nazionale del Partito democratico, svoltasi sabato 14 luglio a Roma, è stato carico di pensieri, dei quali ho cercato di riprendere il filo. Nella torrida cornice dell’Eur abbiamo ascoltato una buona relazione del segretario Pierluigi Bersani, caratterizzata da un’analisi delle difficoltà da affrontare nell’immediato e da propositi credibili per la campagna elettorale della primavera 2013. Abbiamo ascoltato anche alcuni interventi interessanti, molti dei quali incentrati sul rapporto tra Pd e governo, e sul prosieguo dell’opera di risanamento economico del Paese. Alla fine, però, la discussione dell’Assemblea ed il messaggio che ne è uscito sono stati sovrastati dalle polemiche relative alla mancata votazione degli ordini del giorno su due temi: matrimoni gay e primarie. Non aver messo in votazione questi ordini del giorno in votazione è stato un “pasticciaccio brutto”.
Un’occasione mancata dal Pd La sensazione che il Pd sia stato ad un passo dallo scrivere un pezzo di storia per questo Paese assumendo posizioni innovative per l’Italia, senza riuscirci, è forte. L’epilogo dell’Assemblea Nazionale, infatti, ha palesato la difficoltà del gruppo dirigente di interpretare le aspettative di un partito che è in movimento, perché lo è la società e perché un programma politico non può essere più arretrato di ciò che la società esprime. Si ha la sensazione, talvolta, di essere condannati ad un irrimediabile destino di occasioni sprecate, dove il PD, che rappresenta l’intuizione politica migliore dell’ultimo decennio, arriva a vedere il traguardo, senza mai riuscire a raggiungerlo. Qualcuno l’ha definita“l’irredimibilità del Pd”. Io non credo a questa visione, ma penso sia inevitabile che le proposte per fare uscire il Paese dalla crisi, debbano camminare sulle gambe di un nuovo gruppo dirigente politico. E’ per questo che anche le modalità per selezionare i futuri parlamentari del PD si legano alle proposte politiche del partito, preso atto che un gruppo dirigente, di fatto logoro, sia impossibilitato a interpretare una società in rapido mutamento.
La necessità di un dibattito approfondito sui temi eticamente sensibili Nel merito delle proposte non votate, il Comitato diritti del PD ha reso noto il documento elaborato in circa un anno e mezzo di lavoro. Un’assemblea di mille delegati e un pomeriggio di un sabato estivo non sono il presupposto ideale per introdurre modifiche ragionate. E’ impossibile e ingiusto, però, liquidare la richiesta di un confronto sulle unioni civili, sul matrimonio tra coppie omosessuali, ma anche sulla Legge 40 e sul ‘fine vita’, per vie meramente procedurali. Talvolta, soprattutto di fronte a temi così delicati e concreti, le regole di un dibattito meriterebbero interpretazioni più sensibili.
Il registro delle Unioni civili del Comune di Siena A Siena il Registro delle Unioni Civili, approvato al Comune circa un anno fa, è stato un coraggioso tentativo di dare una prima risposta ai bisogni dei propri cittadini. Dobbiamo rivendicare la capacità di approvare Atti legislativi come questi che contribuiscono a riconoscere uguali diritti a tutti e non sono gentili concessioni. Il Pd, che si considera e definisce democratico e progressista deve rivendicare questa capacità. Dobbiamo rivendicarlo come un merito del Pd e del centrosinistra di questa città. E’ necessario che proprio da Siena, o magari anche da Siena, come da altre città della Toscana parta un messaggio di valore nazionale. Questa città sta affrontando uno dei periodi più duri della propria storia recente, privata del sindaco per responsabilità che poco hanno a che fare con l’interessa generale. Siena deve tornare rapidamente a svolgere il ruolo politico nazionale che le compete, e che, da sempre, ne ha fatto apprezzare le peculiarità e il valore civico, culturale ed economico. Il Pd di Siena è pronto ad impegnarsi al fianco delle categorie in difficoltà sul fronte economico e, al contempo , saprà portare avanti le battaglie necessarie per la difesa e la conquista di nuovi traguardi sul fronte dei diritti civili.
Luigi Dallai, membro dell’Assemblea nazionale del Partito democratico