“Un’ennesima notizia che non mette in buona luce il Monte dei Paschi, anche se Mps non c’entra niente. Per questo sarebbe auspicabile un passo indietro da parte di chi rischia un rinvio a giudizio per frode fiscale ed oggi guida una banca che ha una storia e che è stata anche un grande istituto di diritto pubblico”.
Così Eugenio Neri, candidato a sindaco di Siena appoggiato da liste e movimenti civici, commenta la notizia che la procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente di Mps, Alessandro Profumo, per una vicenda che risale ai tempi in cui era ai vertici di Unicredit ovvero una presunta maxi frode fiscale da 245 milioni di euro realizzata attraverso un’operazione di finanza strutturata chiamata Brontos.
“Il garantismo e la fiducia nella Magistratura, che mi hanno sempre contraddistinto, mi portano ad evitare qualunque giudizio sui fatti in attesa che accusa e difesa compiano i propri passi. Nel frattempo però non si può far finta di niente: avere alla guida di Rocca Salimbeni un manager con una richiesta di rinvio a giudizio purtroppo non fa certo bene all’immagine della Banca, soprattutto in un momento così difficile e dopo la bufera mediatica e giudiziaria che l’ha colpita. In questo senso anche chi si erge continuamente a censore dei senesi farebbe bene ad avere più cautele e guardare gli scheletri presenti nel suo armadio”, prosegue Eugenio Neri.
“Per questa ragione torno a ribadire che in questa fase sarebbe auspicabile evitare operazioni che portino a sconvolgimenti degli attuali assetti proprietari della Banca. L’ho detto più volte e lo ribadisco ancora, per sfatare anche quello che vanno dicendo altri candidati a sindaco che per la Banca non si può più fare niente: il vincolo del 4% del diritto di voto non deve essere toccato perché la senesità del Monte è un bene irrinunciabile per questa città”.
“Il primo obiettivo dei vertici di Rocca Salimbeni dovrebbe essere quello di ristabilire un clima di fiducia e collaborazione nei confronti dei dipendenti che ormai vedono la loro Banca occupare più le pagine di cronaca giudiziaria dei giornali che quelle con le notizie economiche. Una fiducia e collaborazione che deve ripartire dallo stop alle esternalizzazioni e dal congelamento di una politica aziendale troppo sbilanciata su tagli e razionalizzazioni”, conclude Eugenio Neri.
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