“Il recente dibattito sull’abolizione delle province offre l’occasione di approfondire alcuni temi di grande importanza per il nostro territorio. E’ infatti evidente che serva una riorganizzazione delle istituzioni a partire dai comuni e dalla conoscenza dei territori, con una revisione approfondita e non statistica.
Riteniamo che sia maturo il tempo per prevedere che in aree omogenee, comuni limitrofi diano vista ad un unico comune, prevedendo magari delle circoscrizioni, per mantenere il legame con il territorio e con la comunità. Avere più uffici tecnici, dirigenti, regole spesso diverse a distanza di pochi chilometri è diventato un assordo in anni in cui parliamo addirittura di unità europea.
Siena, il capoluogo, potrebbe essere capofila ed esempio in questo, avendo una visione più ampia, che comprenda il territorio limitrofo, affinché lo stesso concetto si possa espandere agli altri comuni della provincia, nella ricerca di una efficienza ma anche di una razionalità nelle scelte, che trovi una sintesi nella somiglianza e peculiarità dei diversi comuni e territori prima che in scelte di tipo statistico ed esclusivamente di tipo geografico.
In questa visione, che dovrebbe vedere in una delega alle regioni da parte dello stato, potrebbe nascere un nuovo assetto istituzionale, con le province che avrebbero un ruolo determinante e centrale come filtro fra i comuni, a quel punto più strutturati, e la regione.
Questa soluzione che darebbe vita a risparmi effettivi, ma soprattutto a efficienza nei confronti dei cittadini e delle imprese, che hanno bisogno di punti vicini e certi di approdo e di un abbattimento quasi totale della burocrazia con tutte le insopportabili lungaggini e costi che comporta.
Per questo il susseguirsi di notizie e nuove versioni, tutte orientate al superamento delle province non ci convince, ci sembra che sia soprattutto una semplificazione del problema e non una vera semplificazione dell’operatività degli enti. Ci sembra che la strada sia giusta, ma la si stia percorrendo nel senso di marcia opposto.
Rilanciamo quindi, a partire da Siena la proposta che avevamo già avanzato anni fa, di iniziare dal capoluogo ad espandere i confini del comune, fondendo insieme alcuni dei territori limitrofi, mantenendo il ruolo della Provincia e creando delle circoscrizioni elettive, anche senza costi per gli eletti, se serve ad essere popolare, per garantire il legame fra territorio e comunità.
Una proposta che riteniamo possa accendere un dibattito politico utile ad una riforma che le Regioni potrebbero fare, partendo dalla conoscenza profonda dei territori, meglio e con maggiori risultati di quanto possa fare una riforma che parte dallo stato, indipendentemente delle differenze fra i diversi territori e le diverse esigenze”.
PSI – Siena