
«Com’è noto, ho escluso di chiedere di essere sostenuto formalmente al ballottaggio a quelle forze politiche che non l’avevano deciso fin dall’inizio. Non è presunzione, è chiarezza. Credo che gli elettori lo apprezzeranno, perché non capirebbero come mai possa stare insieme ciò che non si è voluto aggregare fin dall’inizio convergendo sulle cose da fare. Il peggiore degli accomodamenti è stato invece annunciato pochi giorni con l’accordo ed il cartello elettorale che sostiene Eugenio Neri e Marco Falorni».
Inteviene così Bruno Valentini per commentare l’apparentamento fatto dal gruppo di Neri e per entrare nei dettagli dei suoi punti programmatici che possono interessare al Movimento Cinque Stelle ed all’associazione 53100.
«Falorni quando se ne era andato sbattendo la porta dal gruppo che sostiene Neri, aveva gridato: “è emerso il ruolo, sempre più importante, di persone legate al decennio di amministrazione Cenni, amministrazione che ha commesso molti errori, per non dire disastri, contribuendo a lasciare tutte le istituzioni cittadine con voragini di debiti nei loro bilanci. Restando in quella coalizione, mi trovavo a legittimare un operato NON COERENTE con il mio modo di fare politica. Mi trovavo a legittimare quell’ “opposizione light” del PDL che tanto aveva fatto comodo al PD dal 2001 al 2011. Nessun cenno di autocritica, dai fuorusciti PD e dal PDL per l’atteggiamento tenuto nel decennio precedente, e soprattutto il riformarsi dell’asse Cenni – PDL. No, così non va”. Non c’è che dire, una bella conversione di Marco Falorni per qualche consigliere comunale in più! Si dovrebbe, invece, parlare di cosa fare e non di chi piazzare».
«Io cercherò di ascoltare anche chi non mi ha votato al primo turno, come ad esempio gli elettori del Movimento 5 Stelle, garantendo che il Comune di Siena sperimenterà percorsi formali di democrazia partecipata nei quali insieme ai cittadini verranno assunte decisioni di rilievo amministrativo, che i compensi per gli incarichi od in Fondazione saranno fortemente ridotti perché nessuno deve arricchirsi con la politica, che verrà istituita una commissione di consiliare di inchiesta sulle vicende Banca MPS-Fondazione, che il Comune si costituirà parte civile ogni volta che sarà possibile richiedere danni morali ed economici per reati contro la collettività, che incalzeremo la magistratura per andare fino in fondo sul deficit del bilancio dell’Università, che rispetteremo l’esito del referendum sull’acqua».
«Mi sono anche incontrato con l’associazione 53100 e mi è sembra corretto esternare l’apprezzamento per alcune delle idee che hanno posto all’attenzione della città, attraverso un libretto di 53 pagine prodotto da gruppi di lavoro. Innanzitutto il titolo. 53100 ricorda infatti l’aspirazione a fare di una città di 53mila abitanti la base di una area metropolitana che decide e concerta le decisioni di 100mila persone. La semplificazione amministrativa è un altro caposaldo del programma, con 14 proposte specifiche per rivedere le procedure ed i regolamenti, rendendo la vita più facile a famiglie ed aziende. Un ulteriore spunto, forse il punto-chiave, è quello della internazionalizzazione, ossia agganciare il rilancio del territorio ad una vocazione internazionale che oggi è l’unica opzione per garantire una veloce ripresa. Il marchio Siena è un brand di forte penetrazione in tutto il mondo e quindi può consentire una proiezione esterna che aiuti la produzione locale e l’occupazione. Infine, Alessandro Corsini e la sua associazione 53100 sono stati insieme a me i sostenitori più convinti dell’incondizionato sostegno alla candidatura di Siena a Capitale Europea della Cultura nel 2019, quale necessità di cambiare la gestione dei nostri tesori culturali da enti da finanziare ad enti auto-sostenibili, facendo diventare Siena una città dove si produce cultura anziché limitarsi a distribuirla».
«In conclusione, anche se l’associazione 53100 non è entrata in Consiglio, non posso che riconoscere l’arricchimento da loro portato alla costruzione di un programma innovativo di governo per Siena che non passa solamente dagli accordi di spartizione come quelli da poco conclusi fra Neri e Falorni, evidentemente turandosi il naso».