Simone Vigni
Europa, futuro e merito. Sono queste le parole chiave della sfida di rinnovamento che Matteo Renzi propone per il Paese e per la politica, altrimenti condannati alle scelte mediocri di una classe dirigente ormai logorata e sfibrata dalle proprie inefficienze, da un malcostume generalizzato e da un conservatorismo opprimente. In tutta Italia Renzi ha riacceso in migliaia di persone la voglia di partecipare, di esserci, di mettersi in gioco, per uno scatto di orgoglio e di appartenenza a un disegno di vero progresso e di emancipazione.
È questo il senso vero di chi vuole un’opzione politica realmente riformista, propria di una sinistra moderna ed europea, e di chiunque guardi alla politica con la speranza di cambiare adesso!. E sta in tutto questo la motivazione profonda, di chi, anche a Siena, sta aderendo alla sfida di Matteo Renzi. La nostra città ha bisogno di una spinta di rinnovamento, che poggi sulle idee e non sui personalismi. La crisi delle istituzioni identitarie di Siena deve trovare risposte concrete basate sul legame con la città e sull’orgoglio di appartenenza a una realtà unica. È nostro dovere proteggere e conservare il patrimonio di cultura e di relazioni umane della nostra città, e per farlo è necessario puntare a uno sviluppo che porti Siena a misurarsi nello scenario europeo. Dobbiamo riconoscere gli errori del passato e prendere coscienza dell’impoverimento complessivo della realtà senese, confrontandoci con una situazione nuova, che mai avremmo immaginato di dover affrontare, con l’obiettivo imprescindibile di salvaguardare la tenuta sociale della città, tutelare il lavoro e attingere alla grande forza del volontariato per offrire nuove soluzioni ai bisogni. La concretezza della sfida di rinnovamento per Siena ruota, quindi, intorno alle tre parole chiave della proposta di Renzi: Europa, futuro e merito.
C’è un bisogno ineludibile di respirare aria nuova e di offrire alla nostra città un respiro e un orizzonte realmente europei, opportunità concrete di sviluppo, progettualità e valorizzazione dei talenti, e rispetto dei diritti civili. Dentro e oltre la logica della sfida per Siena capitale europea della cultura, si trova la chiave di un ponte permanente da costruire tra la nostra città, l’Europa e il mondo. Non possiamo più permetterci atteggiamenti di autosufficienza, che sono stati alla base degli errori commessi negli ultimi venti anni. Dobbiamo correre nella competizione delle idee, per attrarre capitali e finanziamenti europei sulla base di progetti che offrano nuove prospettive di lavoro per i giovani, ma non solo. Dobbiamo pensare anche a chi oggi a cinquanta anni perde il lavoro ed è toppo giovane per andare in pensione e troppo “vecchio” per ricollocarsi. Dobbiamo farlo dando spazio al merito, perché siano i migliori tra noi ad accettare la sfida di una contemporaneità così difficile. Quella di Siena deve essere la sfida dell’innovazione concreta, anche nei metodi della politica, per la definizione di una nuova classe dirigente che, ad ogni livello, sia selezionata solo sulla base delle competenze e del merito, partendo da quella Carta della buona politica che il Partito democratico di Siena, grazie alla partecipazione di centinaia di cittadini, ha già messo a disposizione della precedente amministrazione e della comunità intera.
L’ultima esperienza di governo della città è stata bruscamente interrotta: oggi dobbiamo riprendere da dove abbiamo interrotto il percorso, perché è il domani che ci interessa. Per scrivere il futuro della città ci vogliono nuove idee, nuovi impegni, nuove facce. La partita che ci aspetta non la si potrà giocare esclusivamente sui nomi e sulle candidature. Chi ha idee le metta in gioco, chi vuole essere protagonista del proprio futuro e del futuro della città, lo faccia. Noi vogliamo portare il nostro contributo, che sarà finalizzato solo ed esclusivamente al bene comune. Così come è necessaria adesso la sfida di Matteo Renzi, nel Paese, altrettanto è necessaria, adesso, la sfida per decidere insieme il futuro di Siena.
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