Cardiochirurgia senza sangue: nuova frontiera per pazienti che, per motivi religiosi, non possono accettare le trasfusioni
C’è sempre più richiesta, per motivi religiosi, di interventi di cardiochirurgia avanzata senza sangue. La particolare specializzazione e l’eccellenza dei professionisti della cardiochirurgia e della terapia intensiva cardiotoracica, dell’ospedale Santa Maria alle Scotte, hanno permesso di aumentare le possibilità terapeutiche per quei pazienti che non sono candidabili al trapianto perché non vogliono ricevere trasfusioni di sangue.
«Grazie all’esperienza del centro trapianti di cuore, unico in Toscana – spiega il cardiochirurgo Massimo Maccherini – e alla particolare specializzazione degli anestesisti diretti dal dottor Luca Marchetti, che utilizzano nuove tecnologie per poter far fronte alla carenza dei fattori della coagulazione senza il ricorso alle trasfusioni, abbiamo trattato con successo alcuni pazienti che non avevano altre possibilità terapeutiche. Si tratta – prosegue Maccherini – di interventi complessi e da valutare attentamente. Il dispositivo artificiale VAD, Ventricular Assist Device, che noi utilizziamo già da 8 anni come alternativa al trapianto, impiantato su 36 pazienti, in questi casi viene inserito senza circolazione extracorporea ma a cuore battente. Si tratta di una pompa in titanio, piccola come una pila, che funziona grazie a una batteria esterna attraverso un cavo elettrico collegato alla testa, in prossimità dell’orecchio. Per pazienti che non possono effettuare il trapianto di cuore – conclude Maccherini – possiamo quindi optare per il dispositivo VAD in casi selezionati e ben studiati».