“Di solito si danno notizie solo quando succede un fatto brutto, quando avviene qualcosa di sbagliato. Invece io voglio ringraziare chi mi ha fatto del bene”. E’ questa la motivazione che ha spinto la signora Lorena Graziani a recarsi nella redazione del nostro giornale per raccontarci la sua storia. Una storia, purtroppo, finita male. Ma lei non si dimentica di chi le ha dato una mano. “In Italia – dice – non esiste solamente la malasanità. Nel mio caso ho incontrato persone molto disponibili, attente e sensibili. Parlo di medici e di infermieri”. Lorena ha avuto a che fare con le Scotte a causa delle cattive condizioni di salute del padre Giovanni. Ad 89 anni l’uomo è caduto, rompendosi perone e bacino. Questo infortunio è andato a sommarsi ad una situazione clinica già complicata. “Mio padre è stato ricoverato il 16 giugno – prosegue Lorena nel suo racconto -. Lo hanno portato in Medicina generale, al quinto piano del terzo lotto. La sua degenza è durata quasi due mesi, poi purtroppo mio padre non ce l’ha fatta e una settimana fa è morto. Questo però non mi fa dimenticare le cure amorose che gli sono state dedicate da tutti quanti lavorano in quel reparto. Voglio ringraziare i dottori Lazzerini e Bichi, tutti gli infermieri e le dottoresse di Medicina generale. A fare la differenza, in ogni tipo di lavoro e professione, è l’amore e la passione che si mettono nel fare le cose. E devo dire che a Medicina generale sono maestri in questo. In una situazione difficile come era la mia e quella della mia famiglia – prosegue Lorena, quasi con le lacrime agli occhi – è fondamentale avere accanto a te persone che ti seguono, che si dedicano al tuo caso e che soffrono con te. E non è poi così scontato che questo accada. Da questo punto di vista io posso dire di essere stata davvero molto fortunata. I medici hanno provato davvero ogni tipo di trattamento nei confronti di mio padre, ma alla fine anche le cure più amorose sono state vane. Si vede che doveva andare così”.
L’analisi di Lorena è lucida e commovente è il suo desiderio di rendere merito a delle persone che tanto si sono date da fare: “Io conosco bene l’ospedale delle Scotte di Siena. Ho lavorato lì per 31 anni come dipendente di una impresa di pulizie. E devo dire che da tanti anni Medicina generale rappresenta un fiore all’occhiello del policlinico cittadino. Ricordo bene il lavoro portato avanti per tanti anni dalla Bossini, un’altra persona che si è saputa distinguere per capacità e passione. Voglio dire al direttore delle Scotte che deve fare di tutto per tenersi stretti questi professionisti: che sia orgoglioso di un reparto veramente umano e composto da persone così vicine ai pazienti e ai loro familiari come è Medicina generale”.
Gennaro Groppa