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Mors tua vita Pea: Messina già sul podio olimpico punta all’oro

 

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Eccezionalmente copio e incollo. E non me ne vergogno. Curzio Maltese dalla prima pagina di Repubblica: “L’Italia migliore è quella che sa far squadra. Con tutto il rispetto per le medaglie conquistate negli sport di nicchia, la giornata di ieri è stata per gli azzurri la più emozionante di Londra 2012, grazie alla nazionale di pallavolo e di pallanuoto. Due vittorie sorprendenti, entrambe ottenute contro i campioni olimpici in carica, gli Usa del volley e l’Ungheria di pallanuoto”. Condivido in pieno. E sottoscrivo. Aggiungendo solo che, facendo squadra, sono arrivate anche le entusiasmanti medaglie d’oro nel fioretto (Vezzali-Di Francisca-Errigo-Salvatori e Baldini-Cassarà-Aspromonte-Avola) oltre che nel tiro con l’arco nel primo giorno dei Giochi grazie a Gallazzo, Frangilli e Nespoli. In verità ci saremmo gasati anche con il nuoto e l’atletica che sono gli sport più nobili delle Olimpiadi, ma nel nuoto, al di là di quel che andava raccontandovi Caressa, che ha il naso più lungo di Pinocchio, potevamo puntare solo su Federica Pellegrini, che è ahinoi affondata, e nell’atletica su Alex Schwazer, che si è dopato e non dico (per ora) altro. Il resto del nuoto e dell’atletica azzurra è poca roba. Anzi, sarebbe addirittura miseria nera se non fosse per il ranista Scozzoli e il Paltrinieri, che è ancora un bambino, o per i triplisti Greco e Donato che scenderanno in pedana stasera, ma sono pieni d’acciacchi ai quali in verità non sai più se credere o no. Se invece vi siete dispiaciuti per il 36esimo posto di Silvia Salis, dieci metri e ottantaquattro centimetri nel lancio del martello, più due nulli, o esaltati per il 15esimo della simpaticissima Chiara Rosa nel peso, sapete cosa vi dico? Datemi (per l’appunto) un martello. Perché, che cosa ne vuoi fare? Lo voglio dare in testa a chi non mi va. E non tanto a quella smorfiosa, con gli occhi dipinti, che a Londra è stata capace di una prestazione che sarebbe riuscita anche a me, 63 anni lunedì, nel prato sotto casa e con una mano sola, quanto a chi ha portato alle Olimpiadi la Poco Salis in Zucca e ha invece lasciato in patria Andrew Howe, che avrebbe meritato almeno di correre la quattro per 100. O a chi non ha blindato sotto una campana di vetro quel gioiello di ragazzo che era considerato prima di lunedì Alex Schwazer. Al quale è stato concesso di fare sempre tutti i suoi porci, ma molto porci, comodi. Anche Ettore Messina invero ha minacciato Flavio Tranquillo durante la telecronaca di Spagna-Francia, sicuramente il più orripilante quarto di finale delle storia delle Olimpiadi del basket, quando, non potendone proprio più di tutte le fregnacce che Cicciobello gli spara nei timpani ogni due per tre, che fa sei e non sette come pensa Don Gel, l’ha affrontato a muso duro: “Va bene tutto, ma ti rompo la cuffia se ancora bestemmi e mi paragoni De Colo a Ginobili. E comunque cartellino giallo”. Per me rosso, e da un pezzo, invece al boss della Banda Osiris. Il quale non sa neanche più con quante carte si gioca a scala quaranta dal momento che pesca sempre “un jolly dal mazzo di quarantadue carte”. Come no? Difatti a pallacanestro si gioca in quattro contro quattro. Più il jolly. E a pallavolo in cinque contro cinque. Più mia nonna in Scariola. Al coach che è tornato dalla Nba al Cska per rivincere l’Eurolega ho invece già assegnato un posto sul podio degli opinionisti olimpici di Sky assieme a Patrizio Oliva e probabilmente a Giuseppe Porzio che con Daniele Barone sono stati protagonisti l’altra notte di un esilarante fuori onda che, grazie a My Sky, mi sono potuto godere più volte. Barone cazzeggiava in romanesco con lo studio milanese pensando ovviamente di non essere in diretta. Altrimenti, nell’attesa di Italia-Spagna (10-7), non si sarebbe mai sognato di chiudere dicendo: “E adesso, dopo aver parlato tanto di figa e del tempo, e sperando di non finire su Blob, occupiamoci anche di pallanuoto”. Grandissimi. Alla pari, o quasi, del trio della scherma (Niccolodi-Bianchedi-Sanzo) che, oltre a farci capire e piacere uno sport che in Italia piace forse solo a me, e lo capiscono al massimo in tre, si è divertito a bordo pedana più della Gialappa’s quando ride del Grande Fratello. Così come, per la serie “il mondo è piccolo per noi, troppo piccolino”, mai e poi mai mi sarei immaginato di vedere Giovanni su Sky Go. Con le cuffie, il fucile e gli occhiali. Sì, è proprio lui: Giovanni Cernogoraz da Cittanova d’Istria, in croato Novigrad, in veneto semplicemente Citanova (con una sola ti). Adesso lo riconosco benissimo. Ora che ha battuto il nostro Massimo Fabbrizi nello spareggio del tiro al piattello fossa. Ora che bacia la medaglia d’oro. Ora che piange e parla l’italiano dei suoi genitori e della bisnonna di Dodo e Rocco. Insomma di mia suocera Evelina da Rovigno. Sapevo che ci sapeva fare con lo schioppo, ma mai avrei pensato che sarebbe diventato campione olimpico a Londra. Forse nemmeno Giovanni. Che con la moglie gestisce una trattoria a Cittanova e vi può offrire il pesciolino più buono e fresco di tutta l’Istria. Dagli scampi alla granseola per finire con il rombo ai ferri. Di delizia in delizia. Parola mia. Che vado matto per il pesce e me ne intendo. Quanto a Curzio Maltese, non si può di certo arrabbiare se per una volta l’ho copiato pari pari. Faceva la stessa cosa lui con me quando più di vent’anni fa scriveva per il Corriere dello Sport e arrivava alle partite, quando andava bene, all’intervallo. Di basket non ne capiva un fico secco, ma aveva una bella penna e sapeva arrangiarsi. Pigro e indolente, ma bravissimo. Olimpico.

di Claudio Pea  

Katiuscia Vaselli

Nata nel cuore di Siena, giornalista e contradaiola fervente. Ora Capo-redattorice di Siena News e Presidentessa di Dinamo Digitale.

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Katiuscia Vaselli

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