“Dovremo avere in tavola kiwi, uva da tavola, castagne e mele ma con l’estate che non se ne vuole più andare abbiamo ancora voglia di albicocche, pesche, angurie e meloni. Il caldo anomalo sconvolge le nostre tavole e spinge al consumo della frutta tipicamente estiva. Con la colonnina di mercurio stabilmente ben al di sopra della media stagionale con temperature che hanno superato anche i 30 gradi a Firenze nello scorso weekend nei banconi dei supermercati e negozi è facile trovare ancora molti dei frutti della bella stagione che il sole di autunno ha reso dolci e piacevoli”.
E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti Toscana sugli effetti delle temperature “bollenti” sull’autunno che si classifica fino ad ora in Italia al terzo posto tra gli anni più caldi dal 1800 con una temperatura di settembre superiore di ben 2,17 gradi la media storica del mese (1991-2020) secondo i nuovi dati Isac Cnr.
“Pesce, nettarine, susine, albicocche, angurie e meloni (non solo quelli invernali, ma anche quelli lisci e retati) sono prodotti molto ricercati dai consumatori proprio per spegnere la sete che “l’ottobrata” anomala continua ad alimentare. Frutta e verdura – spiega Coldiretti Toscana – sono alimenti che soddisfano molteplici esigenze del corpo stressato dal caldo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile”.
“Per garantirsi prodotti freschi e di qualità il consiglio della Coldiretti Toscana è fare acquisti ripetuti in base alle esigenze giornaliere della famiglia in modo da tagliare gli sprechi senza accumulare prodotto che poi non si consuma, di verificare la provenienza italiana che deve essere riportata obbligatoriamente su etichette e cartellini, acquistare prodotti locali che non devono subire grandi spostamenti, comprare direttamente dagli agricoltori o nei mercati contadini e non cercare per forza il frutto perfetto perché piccoli problemi estetici non alterano le qualità organolettiche e nutrizionali”, si legge ancora.
“Ma ad essere sconvolte sono anche le abitudini dei toscani-viene rilevato -. Le temperature fuori stagione rallentano l’assalto alle aree interne della regione alla ricerca dei piatti della tradizione autunnale a base di funghi, che sono il prodotto preferito del 46% dei toscani secondo una rilevazione online, castagne e piatti “caldi” che alimentano economie importanti di borghi, paesi e località di montagna che ci accendono proprio in questo periodo”.