Toscana

Consorzio di bonifica, concluso il progetto con le università della Toscana

Si è conclusa la prima fase del progetto del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud con le università della Toscana.

Gli ultimi sopralluoghi sui fiumi Bruna e sul fiume Arbia hanno permesso di completare il monitoraggio dei corsi d’acqua: i dati raccolti dai professori e dai ricercatori degli atenei di Siena, Firenze e Pisa, permetteranno una prima mappatura della flora e della fauna sul territorio. Il materiale sarà integrato con quello ripreso dai droni nelle prossime settimane: l’obiettivo, per il Bruna, l’Arbia, ma anche per gli altri principali corsi d’acqua delle province di Grosseto e Siena, è arrivare un piano di interventi specifico che, unendo competenze e conoscenze di Cb6 e degli atenei, renda le manutenzioni più efficaci.

“Efficaci vuol dire in grado di garantire più sicurezza per la popolazione – afferma Massimo Tassi, responsabile area manutenzione del Consorzio di Bonifica – perché la tutela del rischio idraulico resta la nostra priorità. Ma efficaci vuol dire anche più economiche e quindi vantaggiose per i nostri utenti, visto che la manutenzione ordinaria è a carico del Consorzio e quindi dei contribuenti. E, infine, capaci di salvaguardare il territorio e l’ambiente che ci ospita, nel rispetto della flora e della fauna dei corsi d’acqua gestiti dal nostro Consorzio, chiamato a prendersi cura quotidianamente di un reticolo di 8.794 chilometri”.

Cb6 ha investito competenze e risorse in questo progetto della durata triennale, risorse che ottimizzando le manutenzioni saranno risparmiate in futuro. “E’ sempre più importante – rileva Gabriele Carapelli, vicepresidente del Consorzio – che il nostro lavoro sia in grado di rendere sicuro il territorio e al tempo stesso rispettarlo. Anche per questo serve, soprattutto in provincia di Siena, che l’attività che portiamo avanti sia conosciuta: una collaborazione con un’eccellenza come l’Università di Siena, oltre agli altri atenei, non fa che rendere più efficace la nostra azione”.
Specie in una fase tanto difficile. “Da dirigente cresciuto in una realtà associativa – chiosa Carapelli – posso dire che mai come in questo momento lavorare e unire le competenze è fondamentale. Viste le enormi difficoltà con cui conviviamo, è da lodare che il progetto non si sia fermato e che possa proseguire con entusiasmo”.

La progettista Martina Bencistà è la referente per Cb6 del progetto e ha collaborato, sin da subito, con gli atenei toscani. “E’ un’iniziativa alla quale crediamo molto – afferma – perché oggi operare bene significa anche rispettare l’ambiente e queste sinergie importanti ci permetteranno di ottimizzare gli interventi per arrivare a una manutenzione che sia sempre più gentile e non invasiva. Avremo a disposizione un vero e proprio censimento delle specie che vivono lungo i corsi d’acqua”.

“Durante l’ultimo sopralluogo sull’Arbia – aggiunge Bencistà – le Università ci hanno fatto i complimenti per come abbiamo lavorato finora nel prevenire i fontanazzi causati dalle tane degli animali, in primis istrici e tassi. Può sembrare banale, ma disincentivare questi mammiferi a scavare un argine significa intervenire conoscendone le abitudini e integrare la cura della flora e della fauna. Anche così si rende più sicuro un fiume”.

marco crimi

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