Era prevedibile: sull’autonomia differenziata tra i sindaci si fa sentire il colore politico. E diversi sono i parametri di giudizio tra gli amministratori locali.
Il centrodestra ha vinto con un programma chiaro che includeva l’autonomia differenziata: la riflessione è del sindaco di Chianciano Terme Andrea Marchetti, civico ma sostenuto dalla coalizione che si trova al governo in Italia, ed è iniziata con questo preambolo.
Marchetti ha evidenziato come, sulle riforme il Paese, sia indietro e come si debba adattare all’epoca che viviamo ora. “Negli anni dell’Unità d’Italia le Regioni non esistevano – è l’appunto del sindaco di Chianciano – . Ora esistono ma credo che non bisogna stare fermi e che questo impianto possa ricevere delle modifiche”.
“Visto che si sente parlare delle differenze che aumenterebbero tra regioni ricche e povere, con cittadini di serie A e B. Credo che ci sono già dei correttivi con fondi che le regione possono sfruttare chi ha una marcia in meno ad avere una marcia in più in ambito sanitario ed economico”, continua.
Sul fronte opposto è particolarmente attivo il primo cittadino di Castelnuovo Berardenga Fabrizio Nepi. Il consiglio comunale castelnovino tra l’altro ha approvato recentemente un ordine del giorno in cui si manifestava contrarietà al ddl Calderoli.
Il disegno di legge, nelle tesi di Nepi, rischia di spaccare ancor di più il paese in due: una parte sempre più ricca ed una più povera che non riesce a garantire servizi ai cittadini.
“Il provvedimento – le parole del sindaco – divide ancor di più Nord e Sud e aumenta le diseguaglianze”