Si erano conosciuti nel 2014 ed era iniziata subito la loro tormentata storia d’amore. Nel 2017 la nascita di un bambino aveva accentuato le tensioni. Anni di violenze, di botte,insulti e minacce di morte.
Per tanto tempo una donna rumena di venticinque anni ha cercato di mentire,anche a se stessa, in merito a quell’amore anomalo. Ma dopo l’ultimo terribile episodio e quel pugno che le ha tumefatto il volto è fuggita,nella notte, scalza, con indosso solo una maglietta leggera nel freddo intenso e pungente della notte amiatina.
I Carabinieri della Tenenza di Abbadia San Salvatore l’hanno vista arrivare, le hanno dato da mangiare,una grande coperta per coprirsi, delle calze per i piedi. Le hanno chiamato un’ambulanza, ha iniziato a raccontare tutto quello che le era successo, si è aperta con le assistenti sociali, con le infermiere, con gli uomini dell’Arma che la rincuoravano. Il ritratto agghiacciante di anni di paura e vessazioni, fatto dalla donna, ha impressionato tutti.
Un evidente caso di “codice rosso” secondo la normativa sempre più stringente ed efficace messa in campo contro la violenza di genere. È scattato il protocollo, ma prima si è provveduto a mettere in sicurezza il minore ancora in casa con il padre. Lei in ospedale per curarsi e per lui, uno slavo quarantacinquenne da anni in Italia, si sono in breve spalancate le porte del carcere di Santo Spirito di Siena. Ora per la donna e per il suo piccolo inizia-finalmente- una nuova vita, si spera migliore.