
“L’agricoltura è il maggiore datore di lavoro della nostra provincia: sono infatti circa 14mila gli operai agricoli, di cui circa 10mila uomini e 4mila donne, con una prevalenza di italiani, 9mila contro 5mila stranieri”. Questi i dati diffusi da Coldiretti Siena e che fotografano il settore agricolo come” il più importante da un punto di vista di occupazione e uno dei principali motori economici per tutto il territorio senese”.
“Purtroppo su scala locale ultimamente si assiste ad un accostamento fra agricoltura a fenomeni di caporalato, con facili ricadute mediatiche, nonostante i dati relativi al territorio provinciale non evidenzino episodi di questo tipo, né nei controlli delle autorità preposte né nelle attività della magistratura – continua Coldiretti -. A confermarlo è stato anche il direttore dell’Ispettorato del lavoro di Siena, Mariafrancesca Santoli, che nel corso del convegno organizzato da Coldiretti Siena nel dicembre scorso sul lavoro in agricoltura, ha dichiarato: “Siena non ha un fenomeno di caporalato come lo possiamo intendere comunemente, ci sono episodi di lavoro irregolare, ma non riguardano solo l’agricoltura. Possiamo affermare con certezza che Siena non è terra di caporalato”. Sappiamo che, come in altri settori, purtroppo si verificano situazioni di lavoro irregolare, che combattiamo quotidianamente con informazioni e assistenza alle imprese”.
“In questo momento in cui le imprese vivono una grande preoccupazione per la situazione internazionale e di mercato, non è corretto dare un’immagine distorta del settore agricolo che invece anche a Siena assicura cibo, mantenimento dell’ambiente e contribuisce in modo determinante a garantire occupazione e prosperità in un territorio che vede invece crisi aziendali e licenziamenti in serie. Per chi è in possesso di informazioni inerenti attività criminali di caporalato, la sede giusta per denunciarle sono gli organi ispettivi e di polizia competenti. In quel caso ci troverà sempre solidali” conclude Coldiretti.